Luigi Lusi dovrà tornare in carcere. La Cassazione ha confermato la condanna a 7 anni di reclusione per l’ex tesoriere della Margherita, sotto processo per appropriazione indebita. Lusi è stato dunque riconosciuto colpevole della sottrazione di 25 milioni di euro dalle casse del partito, ma anche calunnia nei confronti di Francesco Rutelli. Gli ermellini hanno dichiarato inammissibile il ricorso di Lusi, trasformando la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici in interdizione di 5 anni, con interdizione di un anno dalla professione legale.
In primo grado l’ex senatore era stato condannato a 8 anni, poi in appello la pena era scesa a 7. Il 23 novembre scorso il pg della Cassazione Alfredo Viola aveva chiesto chiesto la riduzione a 5 anni e 3 mesi della condanna, inflitta in secondo grado, per la prescrizione di alcuni reati. La corte, però, ha deciso di confermare la pena inflitta in secondo grado, modificando solo quella accessoria. Per Lusi adesso i riapriranno le porte del carcere. Nel 2012 palazzo Madama aveva già votato sì alla richiesta d’arresto. L’ex senatore era accusato di aver intascato soldi pubblici a partire dal 2002, quando ricevette l’incarico di controllare le entrate e le uscite del partito cui erano destinati i rimborsi elettorali. Nel 2012 la Banca d’Italia segnalò un’operazione sospetta sull’acquisto di un appartamento in via Monserrato, a Roma, vicino piazza Navona. Così gli inquirenti iniziarono a esaminare i conti della Margherita scoprendo che, ricorrendo anche a due società estere, la Ttt srl e la Paradiso, Lusi era riuscito a dirottare in Canada 23 milioni di rimborsi elettorali e poi li aveva fatti rientrare in Italia con lo scudo fiscale.