“Non puoi andare ad Arezzo a dire ‘siccome volevamo abolire il Senato e ci mettiamo la faccia su Banca Etruria, mi candido al Senato ad Arezzo’. Poi arrivi a Milano e dici ‘siccome sono a Milano sfido Berlusconi nel collegio di Milano’. Poi dopo andrà a finire, com’è giusto che vada a finire, che ti candidi a Firenze che è la tua città. Allora mi chiedo, perché non comprendiamo che in politica la parola data, anche su questioni poco rilevanti, conta, in una stagione così complessa?”. È un passaggio dell’intervento di Matteo Richetti, portavoce del Pd, nel corso di un’iniziativa del Pd a Napoli.
Un intervento registrato in un video pubblicato sulla pagina facebook dell’associazione Tempismo Democratico e trovato dal Corriere.it. Intervento che suona come una critica, autentica, a Renzi: “Non puoi nel giro di sei mesi dire che ci vuole il lanciafiamme e provare poi a gestire un governo a tavolino. Ragazzi, ma non la saltano neanche i cavalli questa! Non puoi mandare giù i tuoi due a sistemare le questioni congressuali se hai appena detto che ci vuole il lanciafiamme”, dice con riferimento al congresso Pd a Napoli. Serve, sottolinea Richetti, “l’etica della parola data“. E ancora: “Mi ha fatto molta impressione l’amica dell’Anci che mi ha detto ‘nell’ultimo anno è la prima volta che parliamo di noi’. Quando un partito arriva a questo dato di stanchezza e sfilacciamento abbiamo un problema enorme“.
Parole che Richetti ha poi contestualizzato e precisato con un video (registrato da lui stesso) diffuso su facebook. Nella precisazione su facebook Richetti cerca di stemperare: “Come inventare la polemica dentro al Pd? Prendendo un minutino o qualche secondo di Richetti che dice ‘attenzione ragazzi perchè anche per me e per Renzi vale l’etica della parola‘ e si costruisce da lì l’attacco frontale di Richetti a Renzi, che erano amici e ora non lo sono più. Oh ragazzi, ci faranno tutta la campagna elettorale così. Non stupitevi”, dice Richetti. E aggiunge l’invito a “farsi una risata” a fronte di “tutta questa presunta fibrillazione”.