Il Movimento Cinque Stelle vale quanto il centrosinistra tutto insieme. Il centrodestra schizza in alto nonostante un mini-crollo di Forza Italia. Liberi e Uguali arranca, il Pd cala ancora. E’ la sintesi del sondaggio settimanale di Emg-Acqua per il TgLa7. La notizia della settimana, nel suo piccolo, è proprio la retromarcia del partito di Silvio Berlusconi che registra un -0.7. Il motivo principale del calo è lo scontro ingaggiato da Matteo Salvini sul voto contrario in Senato sull’eliminazione dello sconto di pena per omicidi e violenze sessuali, legge della Lega sostenuta perfino dal Pd ma non dai berlusconiani. Tuttavia i voti persi nei sondaggi da Forza Italia che non vanno dispersi, come succede sempre nel centrodestra che ha elettorati molto sovrapponibili. Anzi, sono consensi che in uscita da Fi finiscono alla Lega Nord e a Fratelli d’Italia, entrambi in aumento sensibile. Tutte dinamiche che portano la coalizione ad acciuffare il 36 per cento, non lontano dalle soglie che – secondo gli esperti – potrebbero dare una maggioranza parlamentare (38-40 per cento).
Il centrosinistra
Certificata una volta di più la crisi del centrosinistra che a fatica, raccattando anche dalle liste alleate del Pd, sfiora il 29. In realtà nell’ultima settimana la coalizione è data in flessione di quasi un punto. Qui dentro solo il Pd (peraltro in calo al 24,9) sarebbe rappresentato in Parlamento. Insieme, la lista di socialisti, verdi e “civici“, ha già perso lo 0,3 dopo essere partito dall’1,8. La lista “popolare” (cioè gli ex alfaniani e i centristi come Beatrice Lorenzin, Fabrizio Cicchitto e Pierferdinando Casini) si è abbassata all’1,2, mentre “Più Europa” di Emma Bonino è in controtendenza ma ancora a un debole 0,7. La Svp, infine, non prende nemmeno mezzo punto (anche perché è un partito addirittura provinciale).
I partiti non coalizzati
Infine i partiti non coalizzati. Del M5s si è già detto: le sottolineature ormai di rito sono che è di gran lunga la prima forza politica, che la linea di galleggiamento è ormai stabile da settimane sul 28 per cento e che peraltro oggi è lontano dalla possibilità di formare una maggioranza parlamentare e quindi ambire a ricevere l’incarico della formazione di un governo. Liberi e Uguali, la lista di sinistra guidata da Piero Grasso, per Emg si ferma a un passo dal 6 per cento, pochino per l’eventuale ruolo anche in appoggio esterno a governi non propri.
I listini e i voti alle coalizioni
Un discorso a parte che sembra tecnico ma potrebbe risultare fondamentale lo valgono i listini d’appoggio delle coalizioni, presenti come si è visto sia nel centrosinistra sia nel centrodestra. Quelli al fianco del Pd superano l’1, ma non il 3: questo significa che non sarà possibile l’ingresso in Parlamento per Insieme e i Popolari, ma saranno preferenze di cui beneficerà il Pd nel riparto dei seggi. Discorso che non vale per Più Europa: ad oggi i voti per la Bonino andrebbero dispersi. A destra, invece, l’Udc oggi (senza presentazione di liste e candidati) è comunque sopra l’1 per cento (quindi ingrosserebbe la coalizione) ed è appena nata la “quarta gamba” capace di raccogliere voti in diversi territori, dalla Lombardia (Lupi) alla Puglia (Fitto).