I dati Emg per il TgLa7. Il partito di Berlusconi paga lo scontro tra il leader e Salvini sulla sicurezza. Ma la coalizione ne beneficia. Ma per le alleanze comincia a emergere il ruolo dei "listini", da Insieme all'Udc
Il Movimento Cinque Stelle vale quanto il centrosinistra tutto insieme. Il centrodestra schizza in alto nonostante un mini-crollo di Forza Italia. Liberi e
Certificata una volta di più la crisi del centrosinistra che a fatica, raccattando anche dalle liste alleate del Pd, sfiora il 29. In realtà nell’ultima settimana la coalizione è data in flessione di quasi un punto. Qui dentro solo il Pd (peraltro in calo al 24,9) sarebbe rappresentato in Parlamento. Insieme, la lista di socialisti, verdi e “civici“, ha già perso lo 0,3 dopo essere partito dall’1,8. La lista “popolare” (cioè gli ex alfaniani e i centristi come Beatrice Lorenzin, Fabrizio Cicchitto e Pierferdinando Casini) si è abbassata all’1,2, mentre “Più Europa” di Emma Bonino è in controtendenza ma ancora a un debole 0,7. La Svp, infine, non prende nemmeno mezzo punto (anche perché è un partito addirittura provinciale).
Infine i partiti non coalizzati. Del M5s si è già detto: le sottolineature ormai di rito sono che è di gran lunga la prima forza politica, che la linea di galleggiamento è ormai stabile da settimane sul 28 per cento e che peraltro oggi è lontano dalla possibilità di formare una maggioranza parlamentare e quindi ambire a ricevere l’incarico della formazione di un governo. Liberi e Uguali, la lista di sinistra guidata da Piero Grasso, per Emg si ferma a un passo dal 6 per cento, pochino per l’eventuale ruolo anche in appoggio esterno a governi non propri.
I listini e i voti alle coalizioni
Un discorso a parte che sembra tecnico ma potrebbe risultare fondamentale lo valgono i listini d’appoggio delle coalizioni, presenti come si è visto sia nel centrosinistra sia nel centrodestra. Quelli al fianco del Pd superano l’1, ma non il 3: questo significa che non sarà possibile l’ingresso in Parlamento per Insieme e i Popolari, ma saranno preferenze di cui beneficerà il Pd nel riparto dei seggi. Discorso che non vale per Più Europa: ad oggi i voti per la Bonino andrebbero dispersi. A destra, invece, l’Udc oggi (senza presentazione di liste e candidati) è comunque sopra l’1 per cento (quindi ingrosserebbe la coalizione) ed è appena nata la “quarta gamba” capace di raccogliere voti in diversi territori, dalla Lombardia (Lupi) alla Puglia (Fitto).