Dice di confermare il racconto di Federico Ghizzoni davanti alla commissione d’inchiesta sulle banche. Addirittura lo ringrazia nonostante quella deposizione avvalori totalmente la ricostruzione riportata nell’ultimo libro di Ferruccio de Bortoli. E per la quale ha fatto causa civile all’ex direttore del Corriere della Sera. È la reazione di Maria Elena Boschi all’audizione dell’ex amministratore delegato di Unicredit. Un commento prima affidato ad un tweet: “Confermo relazione iniziale di Ghizzoni. Non ho fatto alcuna pressione. E non ho chiesto io di acquisire Banca, ma Mediobanca e Bpel. Io ho solo chiesto info. Adesso la parola al Tribunale”. E poi ribadito ancora una volta su facebook: “Sulla vicenda Banca Etruria, confermo ciò che ha detto oggi Ghizzoni. Che è stato impeccabile nel raccontare i fatti. I fatti sono quelli. Io mi sono informata e interessata come avrebbe fatto chiunque altro all’economia del proprio territorio. Ghizzoni ha espressamente smentito eventuali pressioni definendo normale il mio comportamento. Ma soprattutto ha dimostrato che a chiedere di valutare l’acquisizione di Banca Etruria non fui io, come surrettiziamente fatto credere da una calibrata campagna di stampa per mesi, ma dall’advisor di Banca Etruria, prima. E dal management della banca, poi. Io non ho chiesto di acquisire una banca, ho chiesto se Unicredit fosse interessata o meno. C’è una bella differenza. E la risposta che mi è stata data è stata ineccepibile e corretta”.
Eppure le parole utilizzate dall’ex numero uno dell’istituto di piazza Gae Aulenti davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche sono un po’ diverse. E di fatto smentiscono la versione della sottosegretaria del governo di Paolo Gentiloni. Vero è che Ghizzoni nega di aver subito pressioni dall’allora ministra delle Riforme, ma è vero anche che il manager conferma di aver avuto dalla Boschi una precisa richiesta: valutare l’acquisizione di Banca Etruria, l’istituto di cui il padre della sottosegretaria era vicepresidente. Davanti alla commissione d’inchiesta, l’ex ad di Unicredit ha raccontato di aver avuto un incontro “da solo” con Boschi a Palazzo Chigi il 12 dicembre 2014 .”Il ministro – ha detto Ghizzoni – mi chiese se era pensabile per Unicredit valutare un’acquisizione o un intervento su Etruria: risposi che non ero in grado di dare nessuna risposta. Il ministro convenne, ci lasciammo con l’accordo che l’ultima parola spettava a Unicredit che avrebbe deciso solo nel suo interesse. Fu un colloquio cordiale, e non avvertii pressioni. La considerai una richiesta abbastanza normale: un ceo di una banca come Unicredit deve essere in grado di mettere in chiaro che è la banca che decide, messaggio che fu assolutamente condiviso”.
Confermo relazione iniziale di #Ghizzoni. Non ho fatto alcuna pressione. E non ho chiesto IO di acquisire Banca, ma Mediobanca e BPEL. Io ho solo chiesto info. Adesso la parola al Tribunale.
— maria elena boschi (@meb) 20 dicembre 2017
Un racconto che è identico alle 66 parole utilizzate da de Bortoli per svelare l’interesse di Boschi per Etruria. “L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere”, scrive l’ex numero uno di via Solferino nel libro nel libro Poteri forti (o quasi). Una ricostruzione contestata e smentita dalla sottosegretaria del Pd già subito dopo l’uscita del volume, nel maggio scorso, quando Boschi aveva annunciato di voler querelare de Bortoli. “La storia di Banca Etruria – diceva il 9 maggio scorso – viene ciclicamente chiamata in ballo per alimentare polemiche. Vediamo di essere chiari: non ho mai chiesto all’ex ad di Unicredit, Ghizzoni, né ad altri, di acquistare Banca Etruria. Ho incontrato Ghizzoni come tante altre personalità del mondo economico e del lavoro ma non ho mai avanzato una richiesta di questo genere. Sfido chiunque e ovunque a dimostrare il contrario”.
Poi sette mesi dopo ecco l’ex ministra è tornata ad annunciare querela al giornalista ma non in via penale con una querela per diffamazione – i cui termini sono scaduti – ma con una causa civile di risarcimento danni. Sulla quale peserà senza dubbio l’audizione di Ghizzoni che in pratica conferma completamente la rivelazione di de Bortoli, come sottolinea lo stesso ex direttore del Corsera. “Ringrazio Federico Ghizzoni per aver confermato la richiesta dell’allora ministra Maria Elena Boschi di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria- scrive su facebook de Bortoli – Prima dell’uscita del mio libro, nel quale non si parla mai di pressioni, non si sapeva che Unicredit avesse trattato l’acquisizione di Etruria, né che sull’argomento fosse intervenuta Maria Elena Boschi, nei modi e nei tempi che Federico Ghizzoni ha precisato. Era giusto che l’opinione pubblica lo sapesse e che lo sapessero in particolare azionisti, obbligazionisti e risparmiatori delle altre banche in crisi. Attendo l’azione civile di cui ho sentito finora parlare, senza aver ricevuto alcun atto. Aspettando che sia il Tribunale a dire l’ultima parola credo che la penultima l’abbia già detta Ghizzoni. Chiedo scusa per l’errore di data del mio libro, il colloquio è di fine 2014 non del 2015″.
Eppure Boschi continua a non mollare di un centimetro. Anzi addirittura rilancia, rivendicando come utili alla sua parte le parole dell’ex ad di Unicredit.”Per me le parole di Ghizzoni sono molto preziose per la causa civile nei confronti del dottor de Bortoli. Che gode della solidarietà professionale di molti colleghi giornalisti ma per lanciare il suo libro ha raccontato il fatto in modo volutamente distorto. Per me conta solo la verità. E non vedo l’ora che venga sancita da un Tribunale della Repubblica”. Più o meno la stessa tattica utilizzata ieri da Matteo Renzi subito dopo l’audizione di Ignazio Visco: “Ringrazio molto il governatore Ignazio Visco, mi fa piacere che fughi ogni dubbio sul comportamento dei ministri. Nessuno di loro ha mai svolto pressioni ma solo legittimi interessamenti legati al proprio territorio”. Durante la sua audizione il numero uno di via Nazionale, oltre a confermare due incontri tra Boschi e il vicedirettore generale di Bankitalia, Fabio Panetta anche mentre l’istituto era sotto ispezione.