Novità per anche per il valore dei buoni pasto, che viene fissato a sette euro. Si sta anche ragionando su un numero massimo di ore di straordinario
Dopo quasi quindici anni, il nuovo contratto di lavoro per i dipendenti statali è pronto per essere presentato ai sindacati. L’Aran, l’Agenzia che tratta per il governo, ha convocato per giovedì le sigle. L’obiettivo è chiudere prima di Natale, ma potrebbe essere necessario qualche giorno in più. Nel frattempo, tra le ultime novità per i dipendenti pubblici c’è anche la durata della pausa pranzo. Nella bozza del nuovo contratto si ipotizza infatti una riduzione del tempo minimo dedicato alla pausa dopo le 6 ore continuative di lavoro: si passa dagli attuali 30 minuti a soli 10 minuti. Un taglio drastico, in linea con l’intento di eliminare un ostacolo alla flessibilità dell’orario. Abbreviare la pausa eliminerebbe però uno dei paletti a cui è condizionato il rilascio del buono pasto.
E anche in materia di buoni pasto ci sono novità: è stato fissato a sette euro il valore del buono per tutti i quasi 250mila dipendenti del comparto (ministeriali, agenzie fiscali e parastato). Le amministrazioni che stavano sopra l’asticella hanno già provveduto, ma adesso arriva un’indicazione secca, che stabilisce un ammontare uguale in ogni ufficio.
L’attenzione ora è tutta sul meccanismo che dovrebbe portare aumenti medi sullo stipendio di 85 euro. Di certo, questa bozza di contratto si riallaccia alla riforma Madia, dalla “differenziazione dei premi” alla stretta all’assenteismo. Si sta anche ragionando su un numero massimo di ore di straordinario: l’ipotesi è di fissare il tetto massimo a 180 ore l’anno. Limature toccano poi il capitolo malattia e in particolare l’ampliamento delle tutele per chi subisce gli effetti di terapie salvavita: i giorni dopo i trattamenti sono esclusi dal periodo di comporto, entro cui non si può essere licenziati, ma viene messo un limite di quattro mesi. E’ stato invece rinviato il lavoro per la nuova classificazione delle professioni del comparto della pa centrale, per cui ci sarà una commissione ad hoc. Il contratto nazionale delega diverse materie, come il welfare aziendale, all’integrativo. Le amministrazioni potranno infatti venire incontro ai loro dipendenti favorendo prestiti, borse di studio per i figli, sconti su cinema o musei.