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Biscotto!, il libro di Christian Vieler racconta una “relazione” molto particolare…

Una settantina di cani di ogni razza, colore, ed età, si mostrano nel loro attimo più intimo e profondo: l’attesa di un biscottino. "Queste immagini, nate quasi per caso possiedono un fascino tutto particolare, di cui all’inizio non capivo il motivo”, spiega Vieler nella prefazione alla galleria fotografica. La genesi è tutta legata ad un esperimento tecnico, il piacere dell’uso del flash"

di Davide Turrini
Biscotto!, il libro di Christian Vieler racconta una “relazione” molto particolare…

Un cane e un biscotto. Principio cartesiano puro. Chi, la mattina, durante la prima colazione, ha a che fare con un quadrupede che mugola, ti guarda fisso, e magari appoggia le zampette anteriori sul bordo del tavolo, sa già di cosa stiamo parlando. Per i profani, privi di pelo sulle maglie e di occhioni languidi che implorano un “biscuit”, si può capirne di più con il libro fotografico di Christian Vieler: Biscotto! (Vallardi). Una settantina di cani di ogni razza, colore, ed età, si mostrano nel loro attimo più intimo e profondo: l’attesa di un biscottino. Mezzi busti canini con occhi, tartufo e peluria della bocca iperaccentuati fissano prima la fonte possibile del loro piacere, poi Vieler scatta almeno un paio di foto in cui i protagonisti tentano di addentare l’ambito premio.

La bocca spalancata di un cane con tutti i denti in mostra (e magari con un filo di bava), protesa verso il biscotto può non piacere o addirittura impaurire. Spesso poi il muso dell’animale è distorto da una smorfia. Eppure queste immagini, nate quasi per caso possiedono un fascino tutto particolare, di cui all’inizio non capivo il motivo”, spiega Vieler nella prefazione alla galleria fotografica. La genesi è tutta legata ad un esperimento tecnico, il piacere dell’uso del flash. Per gli specialisti un dispositivo da interni con un tempo di esposizione 1/8000s. La prima vittima di Vieler è la sua cagnona Lotte, un labrador. Poi l’esperimento prosegue a fine seduta su tutti i cani che vanno nello studio fotografico dell’autore per un ritratto. “In quegli scatti ci immedesimiamo nei nostri migliori amici come raramente ci capita. Viviamo la loro sorpresa, la gioia, la paura di non farcela, il desiderio puro, poi il massimo del godimento”. L’effetto è davvero straordinariamente tenero e comico. Ovviamente da ripetere per gli esseri umani. Anche se non risulterebbero così straordinariamente belli come i cani.

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