La vicenda legata a Banca Etruria? “È priva di conseguenze penali“. La commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche? “Sembra una commissione d’inchiesta solo su una singola banca“. L’eventuale non ricandidatura di Maria Elena Boschi? “Questa discussione per noi non esiste”. È una difesa totale quella che Matteo Renzi fornisce al suo ex ministro delle Riforme. Una difesa che arriva addirittura rilanciare l’intervista della sottosegretaria al quotidiano La Stampa. “Questa è una caccia alla donna“, ha detto Boschi al giornale torinese. “Condivido le parole che il ministro Boschi ha detto oggi sulla Stampa, non ho niente altro da aggiungere. Pensiamo davvero che tutta la questione bancaria italiana sia risolta sulla base di incontri del tutto legittimi e privi di alcuna pressione?”, dice qualche ora dopo il segretario del Pd a TgCom24.
Un intervento quasi dovuto nel day after dell’audizione davanti alla commissione banche di Federico Ghizzoni. “Il ministro Boschi mi chiese se era pensabile per Unicredit valutare un’acquisizione o un intervento su Etruria: risposi che non ero in grado di dare nessuna risposta”, ha detto l’ex ad di Unicredit, confermando totalmente il racconto di Ferruccio de Bortoli, denunciato dall’ex ministra della Riforme che non intende ritirare la causa contro l’ex direttore del Corriere della Sera. E che è ormai arrivata all’estrema autodifesa: quella semantica. ‘”Non sono stata io a chiedere di acquisire. Io mi sono informata sul se, non ho chiesto di. É una informazione, non una pressione. C’è una differenza abissale“, è la linea della Boschi.
Una linea rilanciata appunto dallo stesso Renzi. “Io non guardo alla polemicuccia ma alle straordinarie potenzialità di questo Paese. Io andando in giro non incontro nessuno che mi domanda di me, la gente mi dice ‘lavoro, lavoro, lavorò, poi vanno sulle tasse e sulla sanità. Parliamo di questioni di merito, non pensiamo: ah, c’è l’editoriale”, dice il numero uno del Pd, che cita non a caso articoli di giornale nei giorni infuocati delle audizioni davanti alla commissione banche. Prima il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, poi il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, quindi l’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni: tre deposizioni in cui alla fine emergeva sempre il ruolo tenuto da Boschi nei mesi neri della crisi di Etruria, la banca in cui suo padre era vicepresidente. “Ogni dieci ore di audizione si parlava dieci minuti dell’agenda del ministro. Si è cercato di guardare il dito quando noi indicavamo la luna. È legittimo ma sembra una commissione d’inchiesta solo su una singola banca. È giusto fare chiarezza, perché chi ha sbagliato sulle banche paghi davvero e mi sembra surreale che la colpa sia solo di una piccola banca di provincia. Le banche non sono il problema principale del Paese”, si lamenta Renzi, che sottolinea più volte come “quella di Banca Etruria è una vicenda priva di conseguenze penali“.
Parole che somigliano da vicino a quelle utilizzate quando nell’occhio del ciclone era finita un’altra ministra, Federica Guidi, citata nell’inchiesta della procura di Potenza su Tempa Rossa. In quel caso, però, l’allora presidente del consiglio chiese e ottenne le dimissioni di Guidi. “Non puoi reggere. È una posizione complicata da difendere, perché le opposizioni ci sono già saltate addosso”, le diceva chiedendole di farsi da parte e blindare così la stessa Boschi, citata nelle intercettazioni. E adesso, che invece, le opposizioni sono “saltate addosso” alla sottosegretaria del governo Gentiloni? Ora che la stessa Boschi – inaugurando la “difesa semantica” – si trova in una “posizione complicata da difendere”, cosa fa Renzi? Spinge per le dimissioni per tutelare il partito? Tutt’altro. “Un politico si fa giudicare dai cittadini, saranno gli elettori a giudicare non solo Maria Elena Boschi ma tutti noi. Questa discussione per noi non esiste. Saranno gli elettori a decidere se Boschi debba essere riportata in Parlamento oppure no”, è la blindatura del segretario: basterà inserire Boschi tra i capilista dei listini bloccati per garantirne la sicura rielezione.
Un’opzione che non viene vista di buon occhio, però, nel resto del partito. Come racconta il Corriere della Sera, infatti, nel Pd “serpeggia un certo scoramento“. I renziani, ovviamente, provano a tenere botta, ma tra le altre correnti c’è addirittura chi sottolinea che la storia di Banta Etruria stia facendo perdere al partito un punto percentuale al mese. Una stima che Repubblica accredita direttamenta a Matteo Renzi. “Siamo all’apice del casino. E noi rischiamo di perdere un punto a settimana“, dice il segretario del Pd, inseguito al telefono dai vari big del partito mentre i sondaggi toccano la pericolosa quota del venti percento. È per questo motivo che la ricandidatura della Boschi è in bilico.
“Se chiedono a me, io darò la disponibilità a correre in qualsiasi collegio con l’entusiasmo e la forza di chi non ha niente da temere. La decisione però spetta al Pd e ai cittadini: io nel frattempo lavoro e vado avanti”, dice invece la diretta interessata, consapevole di essere finita sotto processo all’interno del partito. Il ministro Andrea Orlando chiede una direzione straordinaria, mentre renziani come Graziano Delrio e Luca Lotti – secondo Repubblica, iniziano a sostenere la tesi del passo indietro. Le dimissioni della Boschi trovano fan anche tra i ministri tecnici come Pier Carlo Padoan, ma anche politici come Anna Finocchiaro e Dario Franceschini. “Noi dobbiamo difendere i nostri dirigenti”, dice Matteo Orfini. “Vogliono macchiare l’ onorabilità di Maria Elena Boschi”, si lamenta il tesoriere Francesco Bonifazi. Uno dei più grandi sponsor dell’ex ministro. Secondo soltanto allo stesso Renzi.
Politica
Etruria, Renzi: “Boschi? Caccia alla donna. No al passo indietro, decideranno elettori”. Lei inaugura la difesa semantica
Il segretario del Pd difende a spada tratta l’ex ministra. Ma omette che basta un posto nel listino per evitare guai. La sottosegretaria tenta con le preposizioni: "Non sono stata io a chiedere a Ghizzoni di acquisire. Io mi sono informata sul se, non ho chiesto di. É una informazione, non una pressione". Ma i sondaggi fanno crescere i malumori tra le varie correnti dem
La vicenda legata a Banca Etruria? “È priva di conseguenze penali“. La commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche? “Sembra una commissione d’inchiesta solo su una singola banca“. L’eventuale non ricandidatura di Maria Elena Boschi? “Questa discussione per noi non esiste”. È una difesa totale quella che Matteo Renzi fornisce al suo ex ministro delle Riforme. Una difesa che arriva addirittura rilanciare l’intervista della sottosegretaria al quotidiano La Stampa. “Questa è una caccia alla donna“, ha detto Boschi al giornale torinese. “Condivido le parole che il ministro Boschi ha detto oggi sulla Stampa, non ho niente altro da aggiungere. Pensiamo davvero che tutta la questione bancaria italiana sia risolta sulla base di incontri del tutto legittimi e privi di alcuna pressione?”, dice qualche ora dopo il segretario del Pd a TgCom24.
Un intervento quasi dovuto nel day after dell’audizione davanti alla commissione banche di Federico Ghizzoni. “Il ministro Boschi mi chiese se era pensabile per Unicredit valutare un’acquisizione o un intervento su Etruria: risposi che non ero in grado di dare nessuna risposta”, ha detto l’ex ad di Unicredit, confermando totalmente il racconto di Ferruccio de Bortoli, denunciato dall’ex ministra della Riforme che non intende ritirare la causa contro l’ex direttore del Corriere della Sera. E che è ormai arrivata all’estrema autodifesa: quella semantica. ‘”Non sono stata io a chiedere di acquisire. Io mi sono informata sul se, non ho chiesto di. É una informazione, non una pressione. C’è una differenza abissale“, è la linea della Boschi.
Una linea rilanciata appunto dallo stesso Renzi. “Io non guardo alla polemicuccia ma alle straordinarie potenzialità di questo Paese. Io andando in giro non incontro nessuno che mi domanda di me, la gente mi dice ‘lavoro, lavoro, lavorò, poi vanno sulle tasse e sulla sanità. Parliamo di questioni di merito, non pensiamo: ah, c’è l’editoriale”, dice il numero uno del Pd, che cita non a caso articoli di giornale nei giorni infuocati delle audizioni davanti alla commissione banche. Prima il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, poi il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, quindi l’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni: tre deposizioni in cui alla fine emergeva sempre il ruolo tenuto da Boschi nei mesi neri della crisi di Etruria, la banca in cui suo padre era vicepresidente. “Ogni dieci ore di audizione si parlava dieci minuti dell’agenda del ministro. Si è cercato di guardare il dito quando noi indicavamo la luna. È legittimo ma sembra una commissione d’inchiesta solo su una singola banca. È giusto fare chiarezza, perché chi ha sbagliato sulle banche paghi davvero e mi sembra surreale che la colpa sia solo di una piccola banca di provincia. Le banche non sono il problema principale del Paese”, si lamenta Renzi, che sottolinea più volte come “quella di Banca Etruria è una vicenda priva di conseguenze penali“.
Parole che somigliano da vicino a quelle utilizzate quando nell’occhio del ciclone era finita un’altra ministra, Federica Guidi, citata nell’inchiesta della procura di Potenza su Tempa Rossa. In quel caso, però, l’allora presidente del consiglio chiese e ottenne le dimissioni di Guidi. “Non puoi reggere. È una posizione complicata da difendere, perché le opposizioni ci sono già saltate addosso”, le diceva chiedendole di farsi da parte e blindare così la stessa Boschi, citata nelle intercettazioni. E adesso, che invece, le opposizioni sono “saltate addosso” alla sottosegretaria del governo Gentiloni? Ora che la stessa Boschi – inaugurando la “difesa semantica” – si trova in una “posizione complicata da difendere”, cosa fa Renzi? Spinge per le dimissioni per tutelare il partito? Tutt’altro. “Un politico si fa giudicare dai cittadini, saranno gli elettori a giudicare non solo Maria Elena Boschi ma tutti noi. Questa discussione per noi non esiste. Saranno gli elettori a decidere se Boschi debba essere riportata in Parlamento oppure no”, è la blindatura del segretario: basterà inserire Boschi tra i capilista dei listini bloccati per garantirne la sicura rielezione.
Un’opzione che non viene vista di buon occhio, però, nel resto del partito. Come racconta il Corriere della Sera, infatti, nel Pd “serpeggia un certo scoramento“. I renziani, ovviamente, provano a tenere botta, ma tra le altre correnti c’è addirittura chi sottolinea che la storia di Banta Etruria stia facendo perdere al partito un punto percentuale al mese. Una stima che Repubblica accredita direttamenta a Matteo Renzi. “Siamo all’apice del casino. E noi rischiamo di perdere un punto a settimana“, dice il segretario del Pd, inseguito al telefono dai vari big del partito mentre i sondaggi toccano la pericolosa quota del venti percento. È per questo motivo che la ricandidatura della Boschi è in bilico.
“Se chiedono a me, io darò la disponibilità a correre in qualsiasi collegio con l’entusiasmo e la forza di chi non ha niente da temere. La decisione però spetta al Pd e ai cittadini: io nel frattempo lavoro e vado avanti”, dice invece la diretta interessata, consapevole di essere finita sotto processo all’interno del partito. Il ministro Andrea Orlando chiede una direzione straordinaria, mentre renziani come Graziano Delrio e Luca Lotti – secondo Repubblica, iniziano a sostenere la tesi del passo indietro. Le dimissioni della Boschi trovano fan anche tra i ministri tecnici come Pier Carlo Padoan, ma anche politici come Anna Finocchiaro e Dario Franceschini. “Noi dobbiamo difendere i nostri dirigenti”, dice Matteo Orfini. “Vogliono macchiare l’ onorabilità di Maria Elena Boschi”, si lamenta il tesoriere Francesco Bonifazi. Uno dei più grandi sponsor dell’ex ministro. Secondo soltanto allo stesso Renzi.
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Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Il Tar Campania, con sentenza n. 1354/2025 ha accolto il ricorsopresentato da un gruppo di società di charter e da Confindustria Nautica, rappresentate dagli avvocati Enrico Soprano e Federica Esposito, contro il Consorzio di gestione dell’Area Marina Protetta Punta Campanella, teso all’annullamento del disciplinare integrativo del Regolamento di organizzazione dell' Amp, laddove prevedeva condizioni vessatorie per le Società di charter. In particolare la regolamentazione prevedeva penalizzazioni con riguardo al regime autorizzatorio, il versamento di oneri di segreteria, l’installazione obbligatoria del sistema identificativo Ais. Il Tar ha sancito invece l’incompetenza dell’Ente gestore ad introdurre tale regime, rivestendo carattere innovativo rispetto al regolamento di gestione.
“L’Associazione nazionale di categoria di Confindustria è articolata in 9 Assemblee di settore in rappresentanza di tutta la filiera - spiega il direttore Generale di Confindustria Nautica, Marina Stella - ultima, solo in ordine di costituzione, proprio quella dedicata alle imprese del charter, cui abbiamo assicurato importanti innovazioni normative e per cui continuiamo a lavorare per un nuovo pacchetto di riforma del Codice della nautica da diporto. Auspichiamo che l’ulteriore rafforzamento in corso della nostra compagine associativa porti ulteriori risultati".
"Si tratta di un importante riconoscimento dei diritti delle imprese della locazione e del noleggio che proprio in Campania rappresentano un hub di assoluto rilievo nazionale e internazionale e si specchiano nella qualificata rappresentanza in Confindustria Nautica. La Province di Napoli e Salerno insieme rappresentano il primo polo nazionale in termini di addetti del charter" conferma il responsabile dei Rapporti istituzionali di Confindustria Nautica, Roberto Neglia, che ha seguito la vicenda insieme al consigliere dell’Assemblea 9, Sebastiano Iuculano.
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - "Se non riusciamo a fermare chi ha utilizzato in modo illegittimo il software israeliano contro giornalisti, attivisti e forse persino contro un sacerdote, se non ci riusciamo stavolta, la prossima volta faranno peggio. Soprattutto contro i cittadini comuni. Questa battaglia non è contro la Meloni –che scappa dal Parlamento– ma a favore della libertà di quella che i populisti chiamano 'la gente normale'. Credetemi: o li fermiamo ora o la prossima volta faranno peggio. È in gioco la libertà dei cittadini, non solo la privacy". Lo scrive Matteo Renzi nella Enews.
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - "Finalmente abbiamo un leader in Europa che abbia insieme una visione e un futuro. Macron ha poco futuro, Meloni ha poca visione: Merz sarà il vero capo dell’Europa, con buona pace di chi diceva che Meloni sarebbe stata il ponte con l’America. Credo che purtroppo l’unico ponte la Meloni lo stia costruendo con l’Albania del centro migranti, un ponte pagato caro dai contribuenti a forza di viaggi andata e ritorno". Lo scrive sulla Enews Matteo Renzi.
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Atac per possibile pratica commerciale scorretta. L’istruttoria riguarda la qualità e la quantità dei servizi erogati nel triennio 2021-2023 rispetto a quanto previsto dal contratto di servizio con il Comune di Roma e prospettato ai consumatori anche attraverso la Carta della Qualità dei Servizi del Trasporto Pubblico. Lo comunica l'Antitrust in una nota.
In particolare, Atac avrebbe sistematicamente disatteso gli obiettivi relativi alla regolarità del servizio di trasporto di superficie e del trasporto metropolitana, ai presidi di sicurezza delle stazioni metropolitane, al funzionamento di ascensori, montascale e scale/tappeti mobili, nonché all’illuminazione delle stazioni della metropolitana.
A fronte del presunto mancato raggiungimento di questi obiettivi, Atac non sembrerebbe aver assunto misure correttive adeguate a colmare le ripetute carenze, né misure di adeguamento e/o di rimborso parziale delle tariffe applicate, in considerazione dei potenziali disagi arrecati ai consumatori. Ieri i funzionari dell’Autorità hanno svolto un’ispezione presso la sede della società Atac con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di finanza.
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - "Se Cdu e Socialisti pensano di fare finta di niente, andando al governo confermando un inciucio fallimentare, non faranno il bene dell’Europa. Il voto di Afd, scelta da tantissimi giovani, è un voto di speranza, un voto che guarda al futuro. Per paura di Afd, la Cdu-Csu aveva espresso posizioni molto chiare che ora dovrà rimangiarsi per cercare un accordo con i Socialisti che, come un Pd qualunque, hanno straperso ma vogliono le poltrone come se nulla fosse. Per l’Europa sarebbe un pessimo segnale". Lo dice il vicepresidente del Consiglio e segretario della Lega, Matteo Salvini, in un'intervista a 'Libero'.
"Il cordone sanitario -aggiunge- non porta bene a chi lo fa, in Europa hanno tentato la stessa cosa contro la Lega e i nostri alleati, e hanno ottenuto che i Patrioti siano cresciuti in tutti i Paesi diventando terzo Gruppo a Bruxelles. Ormai Popolari e Socialisti sono chiusi in un bunker, perennemente sconfitti ma incapaci di vedere la realtà. Eppure continuo a sperare che le forze di centrodestra siano in grado di unirsi contro le sinistre, come da insegnamento di Silvio Berlusconi abbiamo il dovere di dialogare con tutte le forze alternative alle sinistre che spingono per l’immigrazione selvaggia, per la cancellazione delle nostre identità, della nostra agricoltura e del nostro lavoro".
Torino, 25 feb. (Adnkronos) - Oltre 100 persone indagate per traffico di stupefacenti e altri reati commessi all’interno delle carcerari. Una vasta operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Torino, insieme al Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria di Torino, è in corso da stamattina presto nelle province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona Imperia e Modena, con perquisizioni sia in abitazioni che in istituti di pena.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".