Per povero si intende, nella maggior parte delle interpretazioni, chi è privo di qualcosa.
La povertà è un problema che sempre più affligge il nostro mondo, oggi ancor di più perché viviamo in un’era “consumistica” per tale motivo, potremmo cambiare il paradigma dell’interpretazione, sostenendo che, povero è anche colui che non produce e che, quindi agli occhi della società, non è degno di fiducia.
Chi di noi affitterebbe una casa ad un barbone o gli darebbe un lavoro? Più semplice è per noi aderire alle parate e cortei sulla fame nel mondo, essere a favore dei diritti dei più disagiati, partecipare alle celebrazioni para liturgiche, fare opere caritatevoli che alleggeriscano la coscienza. Ma il nostro compito insieme alle istituzioni, è ridare fiducia a queste persone, creando delle condizioni che gli restituiscano dignità.
Il fenomeno della povertà e del povero nasce con l’uomo. Lo stesso Gesù ci dice che i poveri, ci saranno sempre, allora, perché non assumere dei poveri nelle aziende o attività commerciali di famiglia, non limitarsi a dare il lavoro solo a chi viene raccomandato solo per avere un tornaconto in futuro.
Apriamo tutti i palazzi sfitti o abbandonati di proprietà delle diocesi o dei tanti monasteri e conventi che nel tempo si sono trasformati in B&b o addirittura in Spa… facciamo del povero il vero tesoro della Chiesa come disse qualcuno di cui non mi ricordo il nome.