Il senatore del Pd giustifica l'assenza nel giorno del ddl in aula, neanche discusso per la mancanza del numero legale. Diversi utenti lo attaccano e lui difende la scelta di essere tornato a Torino: "Almeno i miei figli hanno reso il pomeriggio meno amaro". Il dibattito coinvolge anche l'ex sottosegretaria Francesca Barracciu, tra congiuntivi sbagliati e preposizioni che diventano verbi
Lo Ius Soli non si discute nemmeno in Senato, ma anima il dibattito tra gli esponenti del Partito Democratico. A colpi di tweet, errori grammaticali e bambini che aspettavano a casa. Al centro delle polemiche la mancata presenza di 29 senatori dem in aula. Sarebbero comunque stati inutili per raggiungere il numero legale ma resta il gesto, il significato politico di quei banchi vuoti anche nello spicchio di aula riservato al partito che aveva promesso di battersi fino in fondo per l’approvazione della legge che avrebbe consegnato la cittadinanza a 800mila ragazzi figli di stranieri ma nati in Italia.
Io dopo aver fatto i conti e visto che non ci sarebbe stato mi sono andato a prendere l’aereo. Come dico da settimane al senato i voti per lo ius soli no n ci sono. Non basta il pd purtroppo
— Stefano Esposito (@stefanoesposito) 23 dicembre 2017
Ad accendere la miccia è Stefano Esposito su Twitter: “Io dopo aver fatto i conti e visto che non ci sarebbe stato mi sono andato a prendere l’aereo. Come dico da settimane al Senato i voti per lo Ius Soli non ci sono. Non basta il Pd purtroppo”, si giustifica. Scatenando la reazione scomposta (anche nella coniugazione del congiuntivo) di Francesca Barracciu, attuale segretaria regionale del Pd in Sardegna. “Sappiamo che se voi 29 del Pd sareste stati presenti non sarebbe cambiato nulla.Ma tua assenza e quella degli altri 28 è comunque inaccettabile trattandosi di una legge che, per suo significato politico, imponeva presenza militare senatori Pd. Tutti, senza se e ma!”, è la replica dell’ex sottosegretaria alla Cultura recentemente condannata a 4 anni per peculato. Il “foste stati” diventato “sareste stati” viene prontamente corretto, ma resta la sostanza della replica ad Esposito, incentrata sul quel simbolico presidio dell’Aula che i dem avrebbero potuto decidere come testimonianza del proprio impegno in favore della legge. Distinguendosi così dalle assenze dei colleghi di centrodestra e Movimento Cinque Stelle.
Sappiamo che se voi 29 del @pdnetwork sareste stati presenti non sarebbe cambiato nulla.Ma tua assenza e quella degli altri 28 è comunque inaccettabile trattandosi di una legge che, x suo significato politico, imponeva presenza militare senatori PD. Tutti,senza se e ma! #IusSoli https://t.co/XhhNT5WCMQ
— Francesca Barracciu (@Barracciu) 24 dicembre 2017
“Ci sono momenti in cui è importante esserci anche per perdere, per renderci orgogliosi di avervi votato – sintetizza un utente rivolgendosi al senatore torinese del Pd – e magari per farci tornare la voglia di farlo ancora”. E lui la butta sul sentimental-famigliare: “Io invece ho preferito tornare dai miei figli 5 ore prima visto che non serviva a nulla star lì a vedere festeggiare Calderoli. Almeno per miei figli mi hanno reso il pomeriggio meno amaro”. Poi all’interno di una discussione aspra, che ha coinvolto anche diversi sostenitori del suo stesso partito, Esposito attacca ancora pareggiando la Barracciu sotto il profilo grammaticale: “La differenza la fa il risultato non la presenza per compiacere la coscienza. Non amo, non pratico e non accarezzo l’ipocrisia di certa sinistra che hai fatti preferisce la forma”.
La differenza la fa il risultato non la presenza per compiacere la coscienza. Non amo, non pratico e non accarezzo l’ipocrisia di certa sinistra che hai fatti preferisce la forma.
— Stefano Esposito (@stefanoesposito) 24 dicembre 2017