Dal leopardo delle nevi allo stambecco, gli animali in pericolo

Il leopardo delle nevi

Gli effetti dei cambiamenti climatici saranno pesanti anche per gli animali. Uno dei simboli della biodiversità in pericolo è il leopardo delle nevi: ne restano solo 4mila esemplari tra Russia, Cina e Asia centrale, già fortemente minacciati dal riscaldamento globale che nei prossimi 50 anni potrebbe distruggere due terzi dei suoi habitat. Ma gli effetti si avvertono anche in Europa: sulle montagne il tasso di sopravvivenza di stambecco, pernice bianca e stella alpina è sceso dal 50 per cento degli anni Ottanta al 25 di oggi, complice l’innalzamento della quota neve.

E non va meglio nei mari, le acque si “tropicalizzano”, favorendo l’arrivo di nuovi predatori. Scrive il ricercatore l’oceanografo del Cnr Sandro Carniel nel suo libro Oceani: il futuro scritto nell’acqua (Hoepli): “Si stima che addirittura una specie su quattro di quelle attualmente presenti fosse estranea al Mediterraneo non più tardi di 150 anni fa. In altri casi, a migrare verso acque più fredde sono invece specie che non riescono ad adattarsi al clima che cambia troppo velocemente. Così accade a sardine, acciughe e polpi, una volta comuni nelle acque portoghesi e che ora, complice un aumento medio delle temperature di quasi un grado centigrado negli ultimi trent’anni, non sono più una rarità nei mari del Nord o nel Baltico”.

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Clima, come l’uomo rischia di sconvolgere il mondo: dall’isola che non c’è più alle Alpi senza più ghiaccio (e stambecchi)

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