Politica

Regione Sicilia, Musumeci perde il primo assessore. Figuccia lascia in polemica con Miccichè

L'assessore regionale all’Energia annuncia le dimissioni dopo la lite sugli stipendi d'oro. "Oggi più che mai - dice - sento di essere un uomo libero e da tale condizione continuo a portare avanti le mie idee, rimanendo fedele al mandato degli elettori"

Pronti, via. Neanche il tempo di iniziare e la giunta regionale di Musumeci perde il primo pezzo: Vincenzo Figuccia si dimette da assessore regionale all’Energia, in polemica con Gianfranco Miccichè. “Oggi più che mai – dice – sento di essere un uomo libero e da tale condizione continuo a portare avanti le mie idee, rimanendo fedele al mandato degli elettori che mi hanno votato per tutelare la posizione dei cittadini, di chi soffre, di chi vive una condizione di difficoltà economica e di chi è lontano dai palazzi dorati. La mia maggioranza è la gente che ha creduto in un’azione di cambiamento e di discontinuità”.

“La mia maggioranza è la gente che ha creduto in un’azione di cambiamento e di discontinuità. Ci sono tante aspettative verso questo governo, che sono certo non verranno disattese, ma non posso non tenere conto degli accadimenti politici, consumatisi nelle ultime ventiquattro ore, che ledono la dignità dei cittadini siciliani, consegnano un’immagine inopportuna e distorta e che rendono impossibile la prosecuzione del mandato di assessore all’energia e ai servizi di pubblica utilità, conferitomi dal presidente Musumeci“, spiega. Il riferimento è alle polemiche dei giorni scorsi con il presidente della Assemblea per gli stipendi d’oro ai dirigenti regionali. Per parte sua, il diretto interessato non sembra particolarmente colpito: “Figuccia chi?”, ha risposto Gianfranco Micciché ai cronisti che gli chiedevano un commento.

Ironica invece la reazione del Partito democratico. “Complimenti a Musumeci, davvero un bell’inizio. Il suo governo non è stato capace di completare neppure la luna di miele”, dice Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Pd: “Neanche nelle previsioni più azzardate – aggiunge Cracolici – avrei immaginato che in appena due settimane il governo perdesse un pezzo in un settore strategico e fondamentale per la Sicilia“.