“Per non giocare secondo le regole altrui, non indossare un velo, non essere scortata in giro e non sentirmi una sottospecie umana“: con queste motivazioni la campionessa mondiale di scacchi Anna Muzychuk si è rifiutata di gareggiare in Arabia Saudita. In un lungo post su Facebook, la 27enne ucraina ha spiegato di non voler “giocare in un Paese dove la donna non è considerata pari agli uomini“, nonostante il montepremi milionario messo in palio da Riad: “In cinque giorni avrei guadagnato più che in una dozzina di eventi combinati. Tutto ciò è seccante, ma la cosa più triste è che a nessuno sembra davvero importare” ha spiegato Muzychuk.
La notizia del suo rifiuto ha fatto presto il giro del mondo in Rete e alla giovane è arrivato il sostegno di tante tante donne, compresa la sorella Mariya: anche lei scacchista, resterà a casa. Una decisione che costerà a Anna Muzychuk il doppio titolo mondiale, che detiene per due discipline di scacchi veloci: rapid e blitz, competizioni che durano 10 o 15 minuti. Titoli vinti esattamente un anno fa, come lei stessa racconta: “Esattamente un anno fa ho vinto questi due titoli ed ero la persona più felice nel mondo degli scacchi ma ora mi sento davvero triste”. nonostante questo Anna è determinata a difendere le sue opinioni e i suoi principi.
Questa è la prima volta che l’Arabia Saudita ospita un torneo internazionale di scacchi. Il King Salman International Chess Championship in corso a Riad dura tre giorni, con la partecipazione di 236 giocatori provenienti da 70 Paesi. L’organizzazione di questo torneo è fonte di “orgoglio” per i sauditi, ha affermato Turki Al-Sheikh, presidente del consiglio direttivo dell’Autorità generale per lo sport. La politica e le tensioni della regione non hanno però mancato di gettare un’ombra sullo svolgimento del torneo: Israele ha denunciato che l’Arabia Saudita non ha concesso i visti di ingresso a due giocatori israeliani. I due Paesi non hanno relazioni diplomatiche.