In meno di 24 ore ha già raccolto oltre 1000 adesioni il primo comune virtuale antifascista d’Italia, lanciato dal sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, per festeggiare i 70 anni della Costituzione. Un registro che permette di iscriversi a una città invisibile, fuori da ogni carta geografica. Ma che presto potrebbe diventare popolosa come una metropoli: è questo il comune antifascista, che non ha confini, se non quelli indicati dai valori della Costituente. Libertà e democrazia. Chiunque li condivida, può iscriversi all’anagrafe dal sito del comune di Stazzema. L’iniziativa ha già coinvolto rappresentanti delle istituzioni come la vice presidente del Senato, Rosa Maria Di Giorgi, la sottosegretaria Silvia Velo, e altri deputati come Paolo Fontanelli e Vannino Chiti. “Presto estenderemo l’invito a tutte le forze politiche. Ma non è solo una formalità per celebrare l’anniversario della Costituzione è anche e soprattutto una reazione a manifestazioni neofasciste, anche locali, le cui ideologie vanno fermate sul nascere, per evitare situazioni gravi successe in passato”, dice Maurizio Verona a ilfattoquotidiano.it.
Non è un caso, infatti, che l’anagrafe antifascista sia nata proprio qui, sulle pendici delle Alpi Apuane, a dieci minuti d’auto dalle gallerie d’arte e dai ristoranti di Pietrasanta e dal glamour di Forte dei Marmi. Nella frazione di Sant’Anna di Stazzema, 73 anni fa, le SS, guidate da alcuni fascisti del posto, mai processati, trucidarono 560 civili, tra cui molte donne e bambini. Oggi il luogo è meta di un pellegrinaggio di studenti da tutta Europa e sede di un Parco della Pace e di un Museo della Resistenza, che raccoglie gli oggetti delle vittime e i volti giganti dei superstiti, ritratti dal fotografo Oliviero Toscani. “Ma evidentemente non basta. Non siamo stati abbastanza vigili. Non abbiamo fatto abbastanza”, è però il commento critico di Enio Mancini, scampato alla strage da bambino. “È un gesto. Quest’anagrafe è un gesto che ha un significato importante, ma è un’iniziativa che non porta a nulla. Sant’Anna deve essere ancora un faro per l’antifascismo. Mi iscriverò. Ma non basta”.
Mancini abita a Valdicastello Carducci, frazione di Pietrasanta, dove, lo scorso ottobre, Casa Pound ha aperto la sua terza sede provinciale. “È spaventoso. Non è stato fatto abbastanza per far conoscere la storia, altrimenti queste manifestazioni non ci sarebbero. Pietrasanta è stata una città che ha pagato un grosso contributo, a Sant’Anna circa cento vittime erano pietrasantini sfollati, però nessuno lo sa. Vuol dire che la scuola, gli insegnanti, noi, che avevamo la possibilità di farlo conoscere, forse non abbiamo fatto abbastanza. Un po’ di colpa appartiene a tutti noi. Non siamo stati abbastanza vigili, non abbiamo educato” dice il superstite. “L’anagrafe? Va bene, ma serve un’azione” dice Enrico Pieri, presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna, che, nascosto in un sottoscala, la mattina del 12 agosto 1944 vide cadere sotto i colpi delle mitragliatrici, e poi bruciare dal lanciafiamme, la mamma, il papà, i nonni, le sorelline.
A che azione si riferisce Pieri? “Il comune di Stazzema dev’essere presente in tutte le commemorazioni delle stragi nazifasciste, anche negli altri paesi. E il Centro d’accoglienza dei giovani, costruito più di 10 anni fa, a Sant’Anna, deve essere finalmente reso utilizzabile” spiega il presidente dell’associazione. Il paesino versiliese, perennemente a corto di fondi, ha però avuto una boccata d’ossigeno grazie a un emendamento della legge di bilancio appena approvata, che a Sant’Anna, e ad altri luoghi della memoria, ha destinato 700mila euro per il biennio 2018-2019. Dovrebbero servire a dare un po’ di continuità al lavoro dei formatori precari che accolgono, ogni giorno, gli studenti in visita al Museo della Resistenza.
Cronaca
Stazzema, nasce il registro antifascista: già più di mille adesioni per il comune virtuale in onore della Costituzione
L’iniziativa ha già coinvolto rappresentanti delle istituzioni come la vice presidente del Senato, Rosa Maria Di Giorgi, la sottosegretaria Silvia Velo, e altri deputati come Paolo Fontanelli e Vannino Chiti. "È una reazione a manifestazioni neofasciste, anche locali, le cui ideologie vanno fermate sul nascere, per evitare situazioni gravi successe in passato”, dice il sindaco Maurizio Verona che ha lanciato l'idea
In meno di 24 ore ha già raccolto oltre 1000 adesioni il primo comune virtuale antifascista d’Italia, lanciato dal sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, per festeggiare i 70 anni della Costituzione. Un registro che permette di iscriversi a una città invisibile, fuori da ogni carta geografica. Ma che presto potrebbe diventare popolosa come una metropoli: è questo il comune antifascista, che non ha confini, se non quelli indicati dai valori della Costituente. Libertà e democrazia. Chiunque li condivida, può iscriversi all’anagrafe dal sito del comune di Stazzema. L’iniziativa ha già coinvolto rappresentanti delle istituzioni come la vice presidente del Senato, Rosa Maria Di Giorgi, la sottosegretaria Silvia Velo, e altri deputati come Paolo Fontanelli e Vannino Chiti. “Presto estenderemo l’invito a tutte le forze politiche. Ma non è solo una formalità per celebrare l’anniversario della Costituzione è anche e soprattutto una reazione a manifestazioni neofasciste, anche locali, le cui ideologie vanno fermate sul nascere, per evitare situazioni gravi successe in passato”, dice Maurizio Verona a ilfattoquotidiano.it.
Non è un caso, infatti, che l’anagrafe antifascista sia nata proprio qui, sulle pendici delle Alpi Apuane, a dieci minuti d’auto dalle gallerie d’arte e dai ristoranti di Pietrasanta e dal glamour di Forte dei Marmi. Nella frazione di Sant’Anna di Stazzema, 73 anni fa, le SS, guidate da alcuni fascisti del posto, mai processati, trucidarono 560 civili, tra cui molte donne e bambini. Oggi il luogo è meta di un pellegrinaggio di studenti da tutta Europa e sede di un Parco della Pace e di un Museo della Resistenza, che raccoglie gli oggetti delle vittime e i volti giganti dei superstiti, ritratti dal fotografo Oliviero Toscani. “Ma evidentemente non basta. Non siamo stati abbastanza vigili. Non abbiamo fatto abbastanza”, è però il commento critico di Enio Mancini, scampato alla strage da bambino. “È un gesto. Quest’anagrafe è un gesto che ha un significato importante, ma è un’iniziativa che non porta a nulla. Sant’Anna deve essere ancora un faro per l’antifascismo. Mi iscriverò. Ma non basta”.
Mancini abita a Valdicastello Carducci, frazione di Pietrasanta, dove, lo scorso ottobre, Casa Pound ha aperto la sua terza sede provinciale. “È spaventoso. Non è stato fatto abbastanza per far conoscere la storia, altrimenti queste manifestazioni non ci sarebbero. Pietrasanta è stata una città che ha pagato un grosso contributo, a Sant’Anna circa cento vittime erano pietrasantini sfollati, però nessuno lo sa. Vuol dire che la scuola, gli insegnanti, noi, che avevamo la possibilità di farlo conoscere, forse non abbiamo fatto abbastanza. Un po’ di colpa appartiene a tutti noi. Non siamo stati abbastanza vigili, non abbiamo educato” dice il superstite. “L’anagrafe? Va bene, ma serve un’azione” dice Enrico Pieri, presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna, che, nascosto in un sottoscala, la mattina del 12 agosto 1944 vide cadere sotto i colpi delle mitragliatrici, e poi bruciare dal lanciafiamme, la mamma, il papà, i nonni, le sorelline.
A che azione si riferisce Pieri? “Il comune di Stazzema dev’essere presente in tutte le commemorazioni delle stragi nazifasciste, anche negli altri paesi. E il Centro d’accoglienza dei giovani, costruito più di 10 anni fa, a Sant’Anna, deve essere finalmente reso utilizzabile” spiega il presidente dell’associazione. Il paesino versiliese, perennemente a corto di fondi, ha però avuto una boccata d’ossigeno grazie a un emendamento della legge di bilancio appena approvata, che a Sant’Anna, e ad altri luoghi della memoria, ha destinato 700mila euro per il biennio 2018-2019. Dovrebbero servire a dare un po’ di continuità al lavoro dei formatori precari che accolgono, ogni giorno, gli studenti in visita al Museo della Resistenza.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.