Angelucci e gli altri deputati mai visti
Si aggira uno spettro per la Camera: lo spettro di Antonio Angelucci. Editore di Libero e del Tempo, Montecitorio non lo vede nemmeno in cartolina. E’ stato assente al 99,59 per cento delle votazioni, presentandosi solo a 101 scrutini su 24827. In sintesi, ha espresso la propria preferenza solo sull’Italicum (votando sì), sulle riforme (votando no), sulla legge di bilancio del 2014, sul decreto Imu-Bankitalia e su alcune decine di ordini del giorno come sempre di importanza molto dubbia. Al secondo posto della lista dei wanted del Senato c’è Marco Martinelli, romano, ex An ora in Forza Italia: “Sa, io faccio politica da quando ho quattordici anni – rispose in un’intervista al Tempo nel 2015 – E per la prima volta in vita mia sto pensando di smettere”. E’ stato coerente: l’ultima traccia che si ha di lui è il suo coinvolgimento in un’inchiesta sulle tangenti Anas nel caso della cosiddetta Dama Nera.

Per salire sul podio degli assenti è una bella sfida. In lieve vantaggio con l’86,92 per cento delle assenze c’è Filippo Piccone, abruzzese di Alternativa Popolare, di cui i compagni di partito hanno scoperto l’esistenza una prima volta quando si alzò e chiese la parola n Aula per dire che andava a dormire perché si era stufato di sentire “le vostre cazzate” e una seconda quando ha dato le dimissioni da parlamentare – senza nemmeno fare la fatica di motivarle in assemblea – solo per far guadagnare 3-4 mesi di stipendio al suo subentrante (Massimo Verrecchia) che naturalmente non parteciperà a nessuna seduta.

Piccone supera di poco Francantonio Genovese, prima del Pd e poi di Forza Italia, assente nell’85,68 per cento delle votazioni. Ma una giustificazione almeno lui ce l’ha: tra carcere e domiciliari è rimasto agli arresti per un anno e mezzo. A seguire poi Giorgia Meloni con il 78,91 per cento di assente, i berlusconiani Jole Santelli (78,5) e Rocco Crimi ( 75,5), l’ex presidente del Latina Calcio pluri-indagato Pasquale Maietta (Fratelli d’Italia, 75,39), Santanchè (72,4), Gregorio Gitti (Scelta Civica e poi Pd, parlamentare come padre e nonno, 71,9), Piero Longo (già avvocato di Berlusconi, 66,78) e Carmelo Lo Monte (prima Dc, poi Ppi, Democrazia europea, Udc, Mpa, Idv, Centro Democratico, Psi e ora in Noi con Salvini).

Caso a sé l’ex ministra Michela Vittoria Brambilla, che si è vista giusto un po’ di più di Angelucci (1,11 per cento di presenze), ma con assenze dovute al 79 per cento da missioni da parlamentare, una quota maggiore di molti ministri-parlamentari in carica.

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