Da 1,50 euro a 2 euro. Il prezzo del biglietto urbano per circolare all’interno della città di Milano sarà aumentato a partire dal gennaio 2019. Si tratta del secondo ‘ritocco’ dopo quello deciso nel 2011 dalla giunta Pisapia. A giustificare il rincaro, i nuovi costi di gestione di tutta la rete del trasporto pubblico cittadino con l’arrivo della M5 e, poi, della M4. Gli aumenti erano già nell’aria e l’ufficialità è arrivata venerdì con l’ultima riunione di giunta dell’anno.
A darne notizia il sindaco Beppe Sala, che ha spiegato che “il trasporto pubblico di Milano costa 826 milioni l’anno, di questi 390 milioni vengono coperti da biglietti e abbonamenti. Il resto dovrebbe essere coperto dai contributi che il governo eroga attraverso la Regione, ma la Lombardia non è riuscita in questi anni a farsi riconoscere il dovuto”. Questo aumento, definito dal sindaco “inevitabile“, arriverà a otto anni di distanza dall’ultimo rincaro: nel 2011 fu Pisapia a portare il biglietto Atm da 1 euro a 1,50 euro. Al termine della riunione al Teatro del Buratto, il sindaco Sala ha motivato così la decisione: “Credo che sarebbe giusto premiare chi investe e Milano ha investito molto nelle nuove linee metropolitane. Del resto è una scelta inevitabile, non si può ingolfare la città con altri autobus o altri tram. Ma questo ha un costo”.
Così dal 2019 Milano sarà la città con la rete di trasporto pubblico più cara d’Italia: a Roma e Torino si paga ancora 1,50 euro per il biglietto ordinario, 1,10 euro a Napoli e appena 90 centesimi a Bari. La decisione presa dalla Giunta sarà inserita nel bilancio triennale e sarà poi discussa in Consiglio comunale per essere approvata entro il prossimo 28 febbraio. Per questo motivo, l’assessore ai Trasporti Marco Granelli e Atm sono al lavoro per elaborare un piano dell’aumento tariffario, che garantisca anziani e fasce deboli. L’unica via di uscita per evitare l’aumento è che giungano aiuti da Governo e Regione. “Per la precisione, è la Regione che deve farsi sentire con il Governo – ha concluso Sala – Del resto non è giusto che chi si impegna nell’infrastrutturazione non venga premiato”.