I rincari più elevati derivano da pronunce giudiziarie su ricorsi presentati dalle concessionarie contro il blocco delle tariffe deciso nel 2014. Per l'Unione nazionale consumatori "vuol dire mandare in tilt i bilanci di quei pendolari costretti a prendere quella tratta".
Puntuali come ogni anno arrivano i rincari delle tariffe autostradali. Ma stavolta a trainare gli aumenti più significativi sono le pronunce giudiziarie arrivate a fronte di ricorsi della società contro il blocco degli aumenti disposto nel 2014, in base al quale la tariffe avrebbero dovuto essere adeguate solo all’inflazione e senza considerare la remunerazione degli eventuali investimenti effettuati l’anno precedente e la “congrua remunerazione della concessione”. I concessionari hanno fatto causa e in diversi casi l’hanno avuta vinta. Così, se da gennaio 2018 gli adeguamenti medi dei pedaggi saranno del 2,74%, su alcune tratte si arriva a picchi superiori al 50%. Chi percorre la Aosta Ovest – Morgex, per esempio, pagherà il 52,69% in più rispetto al 2017.
Gli aumenti, secondo le associazioni dei consumatori, non sono giustificati dagli investimenti fatti ai concessionari. “Si tratta di aumenti inaccettabili”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Anche se il rialzo medio dei pedaggi sulla rete autostradale è del 2,74%, ci sono incrementi bulgari. Avere rincari del 13,91%, come per la Milano Serravalle, vuol dire mandare in tilt i bilanci di quei pendolari costretti a prendere quella tratta”. Nei mesi scorsi era stato presentato un esposto all’Anac con la richiesta di verificare se ci sia stato “un indebito arricchimento” per effetto di costi gonfiati. ”
Il balzo record spetta appunto ai 31 chilometri della concessionaria Rav, che gestisce la tratta Aosta Ovest-Morgex: il ministero dei Trasporti ha concesso un +52,69%, quasi 3 euro in più, in seguito alla vittoria di un ricorso contro il congelamento deciso nel 2014 dall’allora ministro Maurizio Lupi. Per lo stesso motivo Strada dei Parchi spa, concessionaria di A24 e A25, ha ottenuto un +12,89%, e Autostrade Meridionali un +5,98%. “Le variazioni derivano direttamente dal riconoscimento di pronunce giudiziarie su ricorsi attivati dalle società” e “recepiscono peraltro recuperi di adeguamenti relativi ad esercizi precedenti”, spiega il ministero.
Per le Società Torino-Milano (+8,34%) e Milano Serravalle – Milano Tangenziali, su cui scatteranno rincari del 13,91%, “gli incrementi tariffari remunerano in particolar modo gli investimenti di adeguamento e potenziamento della rete eseguiti”.
La variazione riconosciuta a Autostrade per l’Italia è invece dell’1,51%. Chi viaggia sull’Autostrada del Brennero subirà rincari dell’1,67%, gli automobilisti che utilizzano Autovie Venete pagheranno l’1,88%, quelli che percorrono la Brescia-Padova il 2,08% in più. L’aggiornamento annuale riconosciuto a Satap tronco A21 è dell’1,67%, quello incassato da Sitaf Torino Bardonecchia del 5,71%, quello della Torino-Savona del 2,78%. Per la Bre.be.mi. scatta un +4,69%, per Teem +2,70%, per Pedemontana Lombarda +1,70%.