Basell continua a sostenere che il licenziamento del sindacalista Luca Fiorini era legittimo. Ma dopo due anni di braccio di ferro il giudice dà ragione per la quarta volta al dipendente. Il tribunale di Ferrara ha rigettato il ricorso della multinazionale della chimica, presente nel petrolchimico estense, contro la sentenza del 17 marzo 2016 con la quale si condannava la società per il licenziamento “illegittimo e discriminatorio” del delegato rsu.

Basell era stata inoltre condannata a reintegrare il dipendente nel posto di lavoro con le medesime mansioni ricoperte in origine o con altre analoghe. L’azienda doveva anche pagargli le cinque mensilità non percepite, oltre a 4.200 euro di spese di giudizio. La vicenda aveva suscitato un coro di solidarietà nei confronti del componente della rsu legata alla Filctem Cgil, tanto da far arrivare a Ferrara anche Susanna Camusso e il segretario nazionale della Filctem Emilio Miceli per proclamare lo sciopero unitario delle sigle confederali.

Il conflitto tra questi Davide e Golia del terzo millennio era nato nel corso di una tesa riunione tra azienda e sindacalisti – era il 17 dicembre 2015 – in merito al licenziamento di due dipendenti, deciso da Basell e poi revocato. Nel corso di quel confronto c’era stato un contatto tra Fiorini e un dirigente ed erano volate parole pesanti. L’azienda parlò di violenza sul luogo di lavoro, ma il giudice ravvisò una “netta inconciliabilità” con la versione dei testimoni.

Da allora sono quattro le pronunce giudiziarie a sfavore della multinazionale, condannata con sentenza del 1º febbraio 2016 per attività antisindacale prima e nel marzo dello stesso anno per il licenziamento individuale (“illegittimo perché in ogni caso sproporzionato”) poi. Contro entrambe le sentenze Basell aveva presentato ricorso, ottenendo altre due condanne, il 25 ottobre e il 27 dicembre di quest’anno.

Ora, a distanza di due anni dall’episodio e dalle ripetute prove muscolari della multinazionale, la Filctem Cgil di Ferrara chiede di concentrarsi “sulle sfide industriali nei prossimi anni in cui il ruolo delle persone che qui lavorano, ognuna con la propria professionalità, saranno determinanti per ciò che questa azienda potrà offrire, negli anni a venire, al territorio in cui è ospitata”. Il sindacato ritiene che questi siano “i terreni su cui concentrare risorse ed energie, nell’interesse del lavoro per il nostro territorio e della stessa impresa, che con lo stabilimento di Ferrara si conferma capace di produrre innovazione nel settore, mettendola a disposizione del gruppo che ne esprime la proprietà”.

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