Politica

Antonio Gentile, il sottosegretario lascia Ap e vota Forza Italia. “Ma resta al governo. Indecoroso spettacolo”

L'ex luogotenente di Alfano in Calabria lascia Alternativa Popolare e indica Forza Italia come "casa dei moderatori". I segretari del Pd calabrese: "Ma resta sottosegretario del governo Gentiloni in spregio delle istituzioni"

Si dimette da coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, invita a votare Forza Italia, ma Antonio Gentile, accusano i segretari provinciali del Pd calabrese, non si schioda dalla poltrona di sottosegretario allo Sviluppo economico. Quella carica, del resto, se l’è sudata. Dopo la prima nomina ai Trasporti nel governo Renzi, si dimise perché travolto dalle critiche per il caso legato al quotidiano calabrese L’Ora, poi era nuovamente stato scelto due anni più tardi quando l’ex premier fece il rimpastino e piazzato al Mise. E dalla sua Calabria piovono critiche, mentre Silvio Berlusconi benedice la sua scelta “nobile e responsabile”.

Lui lo ha annunciato senza giri di parole, dopo la virata a sinistra di Beatrice Lorenzin: “Mi dimetto dalla carica di coordinatore nazionale di Alternativa popolare. Il progetto di costituire una forza di centro autonoma, liberale e riformista al quale molti di noi avevano fermamente creduto è fallita“. “Non voglio assegnare responsabilità ad alcuno ma ho trovato un partito sfasciato e ingestibile senza alcuna capacità reattiva che per sopravvivere è alla ricerca di una innaturale mutazione genetica che lo spinge fortemente a sinistra”, spiegava sabato Gentile denunciando la “mancanza di valori in campo”. E ha motivato la sua scelta con il “rispetto della mia reputazione” e “per onestà intellettuale”. Poi l’annuncio: “Invito i singoli parlamentari, i consiglieri regionali, provinciali, sindaci e militanti di Alternativa Popolare a votare per l’unica forza moderata e liberale esistente nel nostro Paese rappresentata da Forza Italia e dal suo presidente Silvio Berlusconi”.

L’attacco è immediatamente arrivato sia dall’ex compagno di partito, Fabrizio Cicchitto, che dai segretari provinciali del Pd calabrese. “Ciò che risulta insopportabile – spiegano Luigi Guglielmelli, Gino Murgi, Gianluca Cuda, Vincenzo Insardà e Giovanni Puccio – è che il senatore Gentile non si sia ancora dimesso dalla postazione di governo, che ricopre nella veste di sottosegretario. Come è possibile affiancare il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e nel contempo dichiarare di votare per Silvio Berlusconi? Gentile sta offrendo un indecoroso spettacolo di arroganza e dispregio delle istituzioni“. Lui, in realtà, contestualmente alle dimissioni da coordinatore di Ap aveva ringraziato Matteo Renzi e Paolo Gentiloni “per avermi voluto a far parte dei loro governi” spiegando che ora “è necessaria per me una pausa di riflessione, senza interrompere l’impegno politico e sociale verso il mio Paese e la mia terra”. Ma le dimissioni da sottosegretario, al momento, non sono state rassegnate.

“Il cambio di schieramento a pochi mesi dal voto delle politiche e a poche ore dallo scioglimento delle Camere, è un atto di grave irresponsabilità politica e spregiudicatezza senza precedenti”, sostengono i cinque segretari provinciali del Pd della Calabria. Perché, dicono, “dimostra in maniera chiara uno scadimento di valori e di etica pubblica e porta a galla l’unico vero interesse in grado di fare breccia nelle azioni e nelle scelte di taluni personaggi, ovvero la conservazione di postazioni e l’opportunismo politico“.