Il 22 novembre scorso il Tribunale penale internazionale ha condannato all’ergastolo Ratko Mladic. Mladic, ex comandante militare dei serbi di Bosnia, nel 1995 a Srebrenica si è reso colpevole dell’assassinio di 8000 uomini, inoltre le sue truppe anche in Bosnia Erzegovina hanno commesso massacri e violenze. Pochi giorni dopo, il 29 novembre, l’ex leader croato Slobodan Praljak ha bevuto del veleno dopo che i giudici dell’Aja leggevano la sentenza che confermava la sua condanna a 20 anni. Si è trattato di una protesta che Praljak ha pagato con la vita, infatti pochi secondi dopo è morto.
Non metto in dubbio la correttezza della condanna a Praljak e Mladic, si tratta di criminali ed è giusto che siano stati processati e riconosciuti colpevoli dal Tribunale. Tuttavia, sembra che questa Corte, che giudica i crimini di guerra internazionali, intervenga a fasi alterne. Essa pare comportarsi in maniera analoga a molti mass media occidentali, ovvero focalizza l’attenzione solo su alcuni crimini sorvolando su altri.
Non è possibile in poche righe ricordare tutti le nefandezze di cui si sono macchiati gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, solo la guerra in Vietnam dove sono stati bruciati con il Napalm milioni di innocenti contadini richiederebbe un’ampia parentesi. Restando agli anni recenti, quando il Tribunale dell’Aja giudicherà i crimini Usa e Uk in Iraq? E l’aggressione all’Afghanistan? Un Paese che è stato distrutto anche se nessuno dei dirottatori dell’11 settembre era afgano. La guerra alla Libia? Il brutale assassinio di Gheddafi, accusato ingiustamente di aver bombardato “il suo stesso popolo” e di aver distribuito Viagra ai suoi militari per violentare più agevolmente le donne dei ribelli. Tutte affermazioni non riscontrate, compresa quella degli stupri di gruppo sostenute e veicolate persino da Hillary Clinton e Condoleezza Rice.
Il 4 febbraio del 2003, davanti al Consiglio di sicurezza dell’Onu, il segretario di Stato Usa Colin Powell mostrò una boccetta sostenendo che contenesse Antrace: “Basta questa per sterminare tutto il Senato Usa”. Egli, come per settimane fecero il presidente George W Bush e il premier britannico Tony Blair, disse che non c’erano dubbi che Saddam possedesse armi chimiche, che avesse legami con Al Qaeda e che stesse per costruire un ordigno atomico. Si trattava di menzogne costruite da personaggi come il vice presidente Dick Cheney o il segretario alla difesa Donald Rumsfeld tutti legati all’industria del petrolio e che oggi vivono impuniti in ranch e ville principesche.
Oramai la storia è nota: l’Iraq non possedeva armi chimiche (le uniche gliele avevano vendute gli Usa durante la guerra con l’Iran e Saddam le aveva usate nel nord del Paese per gasare i curdi), non aveva legami con Al Qaeda e non stava costruendo armi atomiche. Si trattava di bugie colossali che però hanno giustificato una guerra che ha causato milioni tra morti, feriti e sfollati. Oggi, se il Medioriente è in fiamme e il radicalismo islamico imperversa è per via di questi crimini degli Stati Uniti e della Gran Bretagna e di quei Paesi (compreso il nostro) che hanno partecipato alle recenti guerre fatte passare attraverso delle truffe semantiche come Missioni umanitarie o addirittura di Pace.
Allora quando questi personaggi verranno processati? Il 2018 sarà l’anno giusto? Perché, come ha chiesto l’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, Tony Blair e George Bush non sono stati ancora processati? L’unica volta che è stato possibile giudicare i crimini statunitensi, quest’ultimi sono stati riconosciuti colpevoli, poi non è stato più permesso intraprendere nuovi giudizi: la pressione e l’interruzione di finanziamenti sono state decisive. Nel 1986, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, sentenziò che gli Stati Uniti erano colpevoli di «uso illegale della forza ai danni del Nicaragua», cioè di terrorismo. Gli Usa non hanno mai riconosciuto tale sentenza e nemmeno un dollaro è stato pagato come risarcimento. Ribaltando i fatti, cosa sarebbe accaduto se fosse stato il Nicaragua a finanziare illegalmente gruppi terroristici (Contras) che seminavano morte e distruzione per destabilizzare un governo statunitense legittimamente eletto? Gli Usa sarebbero ricorsi a un tribunale internazionale o avrebbero bombardato il Nicaragua?
In conclusione, coloro che hanno subito le torture Usa ad Abu Ghraib e Guantanamo e i milioni tra morti, feriti e sfollati causati dalle recenti aggressioni all’Iraq, Afghanistan, Libia e per procura in Siria, avranno mai vera giustizia?