I capi di accusa nei confronti di Ricucci erano ben 26. La Procura contestava all’immobiliarista una serie di trasferimenti indebiti di somme di denaro, considerandolo il 'dominus' di un unico gruppo rappresentato da più società che facevano tutte operazioni di trading immobiliare e finanziario lecite
L’ultima notizia che lo riguardava era quella di una condanna per false fatture. Ma Stefano Ricucci, immobiliarista celebre per aver coniao la frase sui “furbetti del quartierino”, è uscito assolto “perché il fatto non sussiste” da un altro processo per accuse che prevedono pene ben più alte. I giudici della V sezione penale del Tribunale di Roma hanno assolto lui e altre nove persone dall’accusa di bancarotta fraudolenta, aggravata dalla distrazione e dissipazione di quasi un miliardo di euro, in relazione al crac della società Magiste International. Assolti, tra gli altri, la madre di Ricucci, Gina Ferracci, l’ex commercialista Luigi Gargiulo e Fabrizio Lombardo, genero del banchiere Cesare Geronzi.
I capi di accusa nei confronti di Ricucci erano ben 26. La Procura contestava all’immobiliarista una serie di trasferimenti indebiti di somme di denaro, considerandolo il ‘dominus’ di un unico gruppo rappresentato da più società che facevano tutte operazioni di trading immobiliare e finanziario lecite. Al centro degli accertamenti, il crac della Magiste International, società capogruppo – secondo i pm – dichiarata fallita il 19 gennaio del 2007. Il tribunale oggi ha recepito le argomentazioni dell’avvocato Massimo Biffa. Con la Magiste, fallita nel 2007, arrivò a possedere il 10,2% di Rcs, uno dei gioielli intoccabili del Salotto Buono.