“Faremo campagna elettorale seriamente, per pulire l’Italia dall’inquinamento ambientale e anche da quello delle fake news“. Matteo Renzi interviene sulla questione dei sacchetti biodegradabili per frutta e verdura a pagamento, introdotti dal governo Gentiloni al grido di “Ce lo chiede l’Europa”. “La storia è molto semplice. Nel 2017 l’Italia ha attuato una direttiva europea che tende a eliminare la plastica dai sacchetti”, scrive Renzi in un lungo post su Facebook. In realtà però, il testo comunitario del 2015 non prevedeva affatto il diktat dei sacchetti usa e getta a pagamento e precisava esplicitamente la possibilità di escludere dalle misure le bustine trasparenti per frutta e verdura.
“E quanto all’accusa che il Parlamento lo avrebbe fatto per un’azienda amica del Pd – continua Renzi – vorrei ricordare che in Italia ci sono circa 150 aziende che fabbricano sacchetti prodotti da materiale naturali e non da petrolio”. Vero, come vero è che leader del settore è la piemontese Novamont, guidata da Catia Bastioli, che nel 2011 ha partecipato alla Leopolda e nell’aprile 2014, due mesi dopo l’insediamento di Renzi a Palazzo Chigi, è stata da lui nominata presidente della partecipata pubblica Terna.
Il segretario del Pd continua a parlare di “fake news” e di complotti. “L’ultima che sta girando molto via sms è che avrei organizzato un complotto per aiutare miei amici e cugini di terzo grado impegnati nella fabbricazione di sacchetti. Ebbene sì. Voi non immaginate quanto sia diabolica la nostra mente: prepariamo complotti tutti i giorni, anche tra San Silvestro e Capodanno”, comincia ironicamente il suo post su Facebook. “Anziché gridare al complotto dovremmo aiutare a creare nuove aziende nel settore della Green Economy senza lasciare il futuro nelle mani dei nostri concorrenti internazionali”, continua Renzi. “Chi vuole inventare bugie si accomodi pure, noi non lo seguiremo. Buon complotto a tutti”, chiosa l’ex premier.
“L’entrata in vigore della normativa ambientale sugli shopper ultraleggeri è un atto di civiltà ecologica“, afferma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, sostenendo che “le polemiche sul pagamento di uno o due centesimi a busta sono solo un’occasione di strumentalizzazione elettorale”. “Le buste più ambientalmente sostenibili e con una sempre maggiore percentuale di biodegradabilità – spiega Galletti in una nota – sarebbero state comunque pagate dai consumatori, come del resto accadeva per quelle in uso fino al 31 dicembre, con un ricarico sul prezzo dei prodotti”.