C’è oca e oca
Un’oca da intavolare per tutti i gusti. Quella tradizionale è da 63 caselle, ma si può arrivare a oltre 100. Oppure, se la si vuole almeno assaporare, se ne può consumare una versione light. Assaggiarne tutte le varianti, in ogni caso, non è certo semplice: dallo sport ai grandi viaggi, passando per a promozione turistica o la propaganda politica, la letteratura o lo spettacolo, e chi più ne ha più ne metta, c’è un potenziale tabellone per qualsiasi cosa possa frullarci per la testa.
La versione classica del gioco presenta in genere 13 oche che, a partire dalle caselle 5 e 9, compaiono ogni nove stazioni (14, 23, 32, 41, 50, 59; 18, 27, 36, 45, 54). Ti permettono di spiccare il volo avanzando di un numero di caselle pari a quelle ottenute con il lancio dei dadi, ma se raggiungi la seconda oca con un 3 e un 6, o con un 4 e un 5 (onde evitare che, con un bel 9 al primo tiro di dadi, ti possa aggiudicare la vittoria), vai rispettivamente alle caselle 26 e 53. Altre caselle speciali sono il ponte (6), che ti fa avanzare come le oche ma t’impone di pagare una posta; la locanda (19), dove stai fermo per tre turni e sei costretto, anche qui, al pagamento di una posta; il pozzo (31) e la prigione (52), dove rimani bloccato finché qualcun altro non prenderà il tuo posto; il labirinto (42), che ti riporta alla casella 39 e ti fa pagare una posta; la morte o lo scheletro (58), che ti fa retrocedere fino alla casella 1 e, al solito, ti fa pagare una posta. L’ultimo ostacolo è la casella di arrivo: devi finirci sopra, altrimenti retrocedi dei punti in sovrappiù.
Oche vecchie (regimi a parte) fan buon brodo
Le varie versioni del gioco dell’oca, ideate in almeno cinque secoli di storia, sono in numero impressionante. Un sito ne ha catalogate 2.495, forse una goccia nell’oceano se in barba alla sua semplice meccanica, come s’è detto, il gioco è stato – ed è ancora oggi – sfruttato per i più diversi argomenti. Motori compresi.
Nel 1930, a cura del Comitato provinciale dell’Opera Nazionale Balilla e dell’Automobil Club di Genova, viene pubblicato un gioco dell’oca in automobile in 90 stazioni (figura accanto), versione a stampa (Genov, Sc. Tip. Derelitti) di una gara dal vivo organizzata il 29 maggio di quello stesso anno. La presentazione inizia così:
Signori automobilisti!
Non è con animo tremante o con pavido cuore che, a questi lumi di luna (anzi di elettricità accesa agli antipodi) osiamo riparlarvi del vecchio e defunto Giuoco dell’Oca. Perché, o signori, se abbiamo dovuto, per ritrovarlo, scoperchiare la tomba dell’oblio, noi siamo riusciti a farlo risuscitare trasfigurato, irriconoscibile e tutto fremente di attualità!
Molto curioso anche un altro gioco di percorso simile a quello dell’oca. Fu realizzato da un incisore e pittore bolognese, Giuseppe Maria Mitelli (1634-1718), amante di giochi: in un’acquaforte del 1702 (fig. 1), dal titolo Zugh d’ tutt i zugh (“Gioco di tutti i giochi”), ne elenca ben 20, dalla dama alla ruzzola (ruzla), dalle bocce (bocch) al battimuro (battmur). Il gioco in questione, anch’esso affidato dall’autore a un’acquaforte (fig. 2), è del 1697 e viene descritto in questo modo: «Gioco nuovo da ridere e tirare e pagare». Eccone la meccanica:
E quelli che giocarano faran(n)o quelle cose che diranno le caricature con gesti e parole. Si g[i]oca con 3 dadi e si tira per la mano a chi deve prima tirare, ponendo sul gioco quello che concordaranno. La caffa di 18 tirar[à] tutti li denari, e l’altre raffe tutte tiranno la meta’. Il T. vuol dire tira et il P. paga.
Ed ecco le 20 cose da fare:
1. canta e tira tutti li quattrini. 2. stranuta due volte. 3. batti la man sul petto. 4. serra un occhio. 5. grattati la testa. 6. dirai che sei bellissimo. 7. farai un mostaccio a tutti. 8. soffiati il naso. 9. batti le mani assieme. 10. starai con gravit[à]. 11. guarda in alto et apri la bocca. 12. stuffola. 13. scossa la testa. 14. ridi quanto puoi. 15. sbadaglia. 16. batti li denti. 17. alza una mano. 18. dirai chi sei brutto. 19. starai a seder sin che sarai cavato. 20. farai riverenza a’ tutti.
Una versione goliardica al pari delle tante varianti moderne del nostro gioco, quelle erotiche comprese: da Strip Oca (1984) a Erotic’oca (1980). Un po’ “attizzante”, a partire dall’allestimento, è anche il gioco dell’oca portato a teatro dalla Generazione Disagio. Lo spettacolo, attualmente in scena a Roma (Off Off Theatre, fino al 6 gennaio), è da non perdere. Il video pure. Guardatelo, ne vale davvero la pena.