Sul tema dell’uso terapeutico della cannabis, il 2018 è iniziato con una buona notizia. Anche a seguito delle diffide presentate dai legali della Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (Cild) e da un gruppo di pazienti aderenti al Comitato Pazienti Cannabis Medica, poiché si erano esaurite le scorte e i malati erano rimasti senza farmaci, il governo italiano ha ordinato 100 chili di cannabis dall’estero. Ogni chilo di cannabis legale è un taglio agli affari delle mafie.
Sclerosi, epilessia, glaucomi: sono tutte malattie i cui effetti devastanti possono essere alleviati dal consumo di cannabis. Inoltre, dove negli Usa è stato legalizzato l’uso della marijuana per scopi medici, si è fortunatamente potuto riscontare come le vendite di bevande alcoliche siano diminuite, con tutti i vantaggi che ne conseguono in termini di salute individuale e globale. È questo il risultato inequivocabile cui sono giunti i ricercatori dell’Università del Connecticut e della Georgia State University, i quali hanno approfonditamente analizzato la relazione tra l’uso medico di cannabis e le vendite di alcolici dopo l’approvazione delle leggi sulla marijuana medica, oggi legale in ben 29 Stati Usa.
È adesso fondamentale dare pronta attuazione alla norma presente nella legge 172 approvata dal nostro Parlamento lo scorso dicembre 2017. Premesso che non si tratta di una norma antiproibizionista e che l’Italia non ha nulla a che spartire con il Canada di Trudeau (che ha legalizzato la marijuana), la legge si limita a dare disposizioni alle Regioni intorno all’uso terapeutico. Le difficoltà però sono rimaste tante, a partire dalla disponibilità di farmaci, pur non essendoci più il monopolio produttivo da parte dello stabilimento farmaceutico militare di Firenze. Resta anche il tema della gratuità dei farmaci per le persone che ne hanno diritto, come la nuova legge prevede. È assolutamente necessario che le Regioni si attivino affinché il diritto alla salute non resti un diritto sulla carta.
La scienza medica è su questo sufficientemente d’accordo: molte persone hanno visto migliorare notevolmente il loro stile di vita grazie alla cannabis. Il quadro politico-legislativo in Italia è ancora però incerto e i rischi continuano a essere tanti per chi nel nostro Paese decide, al fine del proprio personale consumo, di coltivare cannabis o acquistarla sul mercato illegale delle organizzazioni criminali. La Cild ha spiegato in una eloquente guida tutti i rischi legali nei quali possono incorrere i consumatori.
Oggi il quadro legislativo negli Stati Uniti rischia uno scossone dalla decisione di Donald Trump di attaccare le leggi antiproibizioniste di quegli Stati americani che nell’era Obama hanno legalizzato l’uso terapeutico e/o ricreativo della cannabis. In questo contesto, diventa ancora più urgente far sì che la nuova legge italiana non rimanga lettera morta.