Lo Stato Islamico, per la precisione Wilayat al-Sinai, il suo braccio nella Penisola del Sinai, torna a uccidere in video. Questa volta, però, lo fa lanciando la sfida a un nuovo e inaspettato nemico nella scena mediorientale: Hamas, il gruppo islamista palestinese che dal 2006 mantiene la propria leadership sulla Striscia di Gaza. Nei 22 minuti di filmato diffusi sui canali di propaganda Isis, il miliziano delle bandiere nere, capelli lunghi, dishdasha bianca e turbante nero, si rivolge al popolo palestinese incitandolo a colpire con ogni mezzo il movimento islamista colpevole, a suo dire, di aver tradito la propria gente e non aver fatto niente per prevenire il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Messaggio, quello dei sostenitori del Califfato, che potrebbe creare ulteriore caos nella Striscia di Gaza e nel resto della Cisgiordania.
Secondo la traduzione riportata dal Site Intelligence Group che monitora l’attività dei gruppi terroristici online, gli uomini legati ad Abu Bakr al-Baghdadi hanno definito il Movimento di Resistenza Islamico “adoratori dei propri interessi” anche a discapito di quelli del popolo palestinese. Il miliziano che agita un coltello mentre davanti a sé è inginocchiato quello che sarebbe un membro delle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, si rivolge alla videocamera e spinge il popolo palestinese alla rivolta: “Non arrendetevi a loro. Usate esplosivo, pistole silenziate, bombe adesive. Bombardate i loro campi e posti di sicurezza, i pilastri della tirannia che sostengono il loro trono”, dice mentre in video scorrono le immagini di Donald Trump e dei leader di Hamas che stringono le mani e baciano alti membri di Hezbollah e della Repubblica Islamica dell’Iran.
Con questo nuovo video, lo Stato islamico cerca di guadagnare terreno in un territorio, la Striscia di Gaza, al quale non ha praticamente accesso, visto che, nonostante negli ultimi anni la loro influenza sia cresciuta, i gruppi salafiti nel piccolo lembo di terra tra Israele e la Penisola del Sinai subiscono da anni la repressione del governo di Hamas, numericamente e militarmente più attrezzato. Gli ultimi arresti sono avvenuti proprio negli ultimi mesi di dicembre, quando Hamas ha fermato diversi membri legati a gruppi salafiti artefici, a loro dire, del lancio di razzi dalla Striscia verso i territori israeliani, cercando così di stimolare la reazione delle Forze di Difesa dello Stato Ebraico nei confronti dei militanti del movimento palestinese.
Proprio sfruttando l’annuncio di Trump su Gerusalemme, al quale non è seguita una forte reazione militare da parte di Hamas, e questi ultimi arresti, gli uomini del Califfato hanno bollato come “apostati” e “collaboratori del tiranno (Israele, ndr)” i membri del partito al potere a Gaza. Con la popolazione gazawi stremata dalle infinite privazioni e delusa dalle ultime vicende politiche, gli uomini del Califfato hanno deciso che questo fosse il momento migliore per affondare la propria lama nel cuore di Gaza e destabilizzare la leadership del movimento islamista palestinese.