Non c’è più tempo per salvare i coralli. L’avvertimento si ripete da mesi. Si sta chiudendo rapidamente la finestra per salvare le barriere coralline del mondo, colpite dal riscaldamento degli oceani. A lanciare il nuovo allarme è uno studio pubblicato sulla rivista Science da un team internazionale di ricercatori. L’intervallo di tempo che passa tra un episodio di sbiancamento e l’altro, evidenziano gli esperti, “si sta accorciando in modo drammatico, minacciando l’esistenza futura di questi ecosistemi, insieme al sostentamento di molti milioni di persone”.

Il tempo che intercorre tra gli episodi di sbiancamento, osservati in 100 località tropicali, è diminuito di cinque negli ultimi 3-4 decenni, passando da un episodio ogni 25-30 anni nei primi anni Ottanta a una media di uno ogni sei anni dal 2010. Prima degli anni Ottanta, scrivono i ricercatori, lo sbiancamento dei coralli accadeva solo localmente, mentre tra gli anni Ottanta e Novanta si sono registrati episodi di massa collegati a El Niño, il fenomeno naturale ricorrente che riscalda le acque del Pacifico tropicale. Nella fase attuale, invece, lo sbiancamento causato dal cambiamento climatico avviene indipendentemente dalla presenza del Nino. “Prima degli anni Ottanta lo sbiancamento di massa dei coralli era inaudito, anche durante le forti condizioni di El Nino”, spiega il professor Terry Hughes, primo autore dello studio. “Ma ora gli episodi ripetuti su scala regionale e la mortalità di massa dei coralli sono diventati la nuova normalità in tutto il mondo. E le temperature continuano a salire”.

L’articolo su Science

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