“Non ho mai autorizzato un accesso alla Casa Bianca all’autore del libro falso. Non ho mai parlato con lui per il libro”. Donald Trump è tornato, come al solito su Twitter, all’attacco di Michael Wolff, l’autore del libro scandalo ‘Fire and fury, inside the Trump White House‘. La replica del giornalista però getta altre ombre sulla versione dei fatti fornita dal presidente americano: “Certo che gli ho parlato – ha detto Wolff alla Nbc – Che abbia capito che era un’intervista o meno, non lo so, ma non era ‘off the record’”. “Il 100% delle persone che lo circondano, il genero Jared Kushner, Ivanka, mettono in discussione la sua capacità di governare“, ha affermato l’autore del libro. “Tutti l’hanno descritto allo stesso modo, dicono che è come un bambino. Intendono dire che ha bisogno di gratificazione immediata. Tutto ruota intorno a lui. Dicono che è un cretino, un idiota“, ha concluso, assicurando di aver sentito fonti che affiancano Trump “ogni giorno”. “Quest’uomo non legge. Non ascolta. È come un flipper. “La mia credibilità viene messa in dubbio da un uomo che ha meno credibilità, forse, di chiunque abbia mai camminato sulla terra finora.” aggiunge ancora Wolff.

Sono 200 le fonti citate in 336 pagine che fanno tremare Trump e la Casa Bianca, con effetti potenzialmente devastanti sul Russiagate e sulle elezioni di midterm a fine anno. Il presidente Usa ha provato in ogni modo a fermare la pubblicazione del libro di Wolff, scrivendo all’autore e all’editore Steve Rubin del volume e minacciando una causa per diffamazione. La diffida però ha avuto l’effetto contrario e il volume, la cui distribuzione era prevista inizialmente per il 9 gennaio, è già oggi nelle edicola. “Eccoci. Potete comprarlo (e leggerlo). Grazie, signor presidente”, aveva twittato ironicamente in mattinata Wolff. Trump ha risposto, attaccando come nei giorni scorsi: “Non ho mai autorizzato nessun accesso alla Casa Bianca e anzi ho cacciato molte volte l’autore di quel libro fraudolento. Non ho mai parlato con lui e il libro è pieno di menzogne e fonti inesistenti”.

Il libro che tanto preoccupa il presidente americano è un ritratto impietoso del caos che regna alla Casa Bianca, dell’ambiziosa famiglia del tycoon e di un presidente ritenuto inadeguato, disinformato, deriso alle spalle dai suoi stessi consiglieri che lo dipingono come un “idiota circondato da clown“. Non solo. Wolff descrive una Casa Bianca che dipende dagli sbalzi d’umore e dalla personalità di Trump. Ci sono le rivelazioni imbarazzanti o accusatorie di Steve Bannon, soprattutto sul fronte Russiagate. Bannon ha infatti definito come “sovversivo” e “antipatriottico” l’incontro tra il primogenito di Donald Trump, il genero Jared Kushner e l’allora capo della campagna Paul Manafort con un gruppo di russi alla Trump Tower durante la campagna elettorale per screditare Hillary Clinton. Giudizi e ipotesi di un insider autorevole che ribaltano la narrativa accreditata finora dal presidente, complicando la posizione sua e della sua famiglia nel Russiagate.

Ma nel libro viene svelato anche che Melania e il marito, ai ferri corti, dormirebbero in camere separate, e viene riportato il giudizio tutt’altro che lusinghiero ancora di Bannon sulla figlia prediletta, Ivanka: “Stupida come un mattone”, eppure con mire presidenziali. Per questo i legali di Donald Trump hanno scritto all’autore e all’editore del volume, chiedendo di bloccarne l’imminente pubblicazione sotto la minaccia di una causa per diffamazione. La diffida è contro “qualsiasi ulteriore pubblicazione, distribuzione e diffusione del libro” o di ogni estratto.

Mossa intimidatoria che alla fine ha avuto l’effetto di anticipare l’uscita del libro e che non nasconde una certa preoccupazione, letta da molti come una tacita ammissione che qualcosa di vero in quel volume c’è. La portavoce della Casa Bianca ha ribadito giovedì che il libro è “completa fantasia“, “pieno di bugie ridicole”. E ha definito “vergognose” le accuse che il presidente sia inadeguato. In sintesi, Trump ha rinnegato Bannon, il regista del suo successo, definendolo uno ‘staffer’ che “ha perso la testa”, uno che non ha niente a che fare con lui, con la sua presidenza e la sua base. Ironica la risposta di Bannon: “Il presidente è un grande uomo, lo sapete, lo sostengo ogni giorno”, ha commentato.

“Hai violato l’accordo”, scrive il legale del presidente, Charles Harder, nella lettera di diffida a Bannon, citata da diversi media americani. Bannon è accusato di aver fatto “dichiarazioni denigratorie e in alcuni casi apertamente diffamatorie a Wolff riguardo a Trump e i suoi familiari”. Il presidente è “furioso” e “disgustato“, ha dichiarato la portavoce, Sarah Sanders, ma ora dovrà gestire il futuro del movimento nazionalista e populista che coltivavano insieme. Col rischio che Bannon vada alla guerra nelle primarie di midterm sostenendo candidati anti establishment.

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