Durante il fine settimana della Befana troveremo qualche titolo nuovo in sala e nella calza. Vediamo se con caramelle o cenere e carbone. Uno è Il ragazzo invisibile – Seconda generazioneCostato soltanto 8 milioni di euro come il primo episodio, incupisce la sua narrazione fregiandosi degli ottimi effetti speciali di Victor Perez (uno che nel cv ha Rogue One, Harry Potter e Cavaliere Oscuro). Male il cast, mai davvero credibile, mentre Gabriele Salvatores ha meno idee interessanti di tre anni fa. Manca tremendamente la punta di diamante Valeria Golino, ma è il lavoro visivo di Perez a trascinare una sceneggiatura sviluppata con banalità fin dai dialoghi. Tentativo sacrosanto di cinecomic italiano, ma pasticciato quanto brandizzato nel marketing, potrebbe piacere a giovani di poche pretese.

Ci spostiamo in Ungheria per Corpo e anima. Se cercate film d’essai a tutti i costi, eccovi serviti. A meno che non siate vegani o giù di lì. Il direttore finanziario di un macello bovino ha un braccio paralizzato ma ogni notte sogna inspiegabilmente la stessa cosa della nuova responsabile qualità, una donna anaffettiva, ai confini dello spettro autistico. La storia d’amore bizzarra e toccante diretta da Ildikó Enyedi con una visione tra l’onirico e l’iperreale si nutre di “lentezza”, come certo “cinema da festival” diranno i profani. Ma qui la “lentezza” è forza di un’originale operetta morale. Infatti ha conquistato l’Orso d’oro alla Berlinale 2017.

Invece l’omaggio a Robin Williams alla fine c’è stato nel nuovo Jumanji. Il gioco da tavola diventa videogame, i ragazzi avatar nerboruti, o sexy, o panciuti, così vent’anni dopo, la modalità di avere tre vite per uscire dalla giungla sembra fatta apposta per scivolare in un videogioco. I soliti Jack Black e Kevin Hart a fare commedia (in senso sia di casino che risate grossolane ma di cuore) con Dwayne Johnson sempre più nuovo e più versatile Schwarzy di Hollywood. Humor e azione sono adatti ai millenial, ma i veri nostalgici dell’originale si divideranno.

Arriviamo a Tutti i soldi del mondo. Un pugno di molliche gettate a destra e le galline di un pollaio ci si fiondano, uno di grano a sinistra e queste si catapulteranno subito nella nuova direzione. Andrà così anche per il pubblico italiano rispetto al cambio “molesto” di Kevin Spacey per Christopher Plummer? A prescindere da ciò, il film di Ridley Scott non ha anima né vera bellezza, alle volte neanche logica, poi evidenzia i soliti pregiudizi Usa per gli italiani. Vedi prostitute che offrono pasta, criminali scemotti e dialetti siciliani e calabresi mescolati allegramente anche da certi nostri attori. Plummer, va detto, è ineccepibile col suo taccagno da annali, ma i migliori sono Michelle Williams nel ruolo della madre del rapito e Romain Duris che fa il rapitore e ricorda un Giancarlo Giannini d’annata. Il resto è noia da film dossier anni novanta su Canale 5. Ve li ricordate?

Se invece il cinema volete portarvelo a casa, e magari guardarne anche i dietro le quinte, ecco qualche titolo home video.  

Tre italiani e un solo americano una volta tanto. Gatta Cenerentola ha consumato migliaia di mani per gli applausi in sala a Venezia. La colorata edizione blu-ray ci apre le porte della napoletana Mad Entertainment in seno alla storica, anche cinematograficamente, Piazza del Gesù. “Fantascienza col napoletano dentro” dice del film Enzo Gragnaniello, tra gli autori delle musiche. Gli extra ci mostrano Alessandro Gassmann, Maria Pia Calzone e Massimiliano Gallo al doppiaggio di questa perla e i quattro registi, Rak, Cappiello, Guarnieri e Sansone ci spiegano segreti e origini di un film dal budget impossibile di 1,2 milioni di euro.

Proviene (seppur ormai alla lontana) non da una favola di Giambattista Basile, ma dal romanzo originale di Pierre Boulle The War: Il pianeta delle scimmie. La spettacolare trilogia del nuovo millennio si è chiusa con un film di guerra che affonda nei lati più oscuri del protagonista Cesare. Tra i contenuti speciali del disco sette capitoli per 90 minuti totali e una galleria di disegni e foto strabiliante. Il protagonista Andy Serkis sul set, in tuta da green screen e senza scimmia addosso, i racconti di produttori e crew e i memorabilia lasceranno senza fiato anche gli aficionados di Charlton Eston. Miriadi di commenti a partire dal regista Matt Reeves e chicche quali i racconti sulla saga tra il percussionista Emil Richards, che ha suonato per tutti i film dal ’68 e Michael Giacchino, autore dell’ultima colonna sonora.

Torniamo in Italia, più precisamente a Salina, dove si girò gran parte di quel piccolo grande capolavoro intitolato Il Postino. La nuova, affettuosa edizione home video propone un delizioso booklet con i bozzetti della costumista Gianna Gissi e dello scenografo Lorenzo Baraldi. Entrambi raccontano esperienza e ricordi alla camera, mentre il making of in analogico ci porta a quei giorni in riva al mare siculo nelle immagini dal set e dintorni su Massimo Troisi, Philippe Noiret e Luis Bacalov, in un cofanetto che omaggia tre assi del cinema mondiale. Lo ameranno incondizionatamente non solo quelli che lo videro al cinema con nostalgia.

Last but not least abbiamo A Ciambra. L’unico neo è l’edizione esclusivamente in dvd. L’opera seconda di Jonas Carpignano è indubbiamente la grande esclusa dalla rosa degli Oscar per il miglior film straniero. Dai suoi tempi mai più nulla di così vicino a Pasolini. Il disco casalingo uscito a dicembre offre la possibilità di intrufolarsi nella realtà della Ciambra di Reggio Calabria raccontata dai suoi abitanti in contenuti tra cinema verità e una puntata di Report. Si aggiungano il corto che ha ispirato/iniziato il film, alcune scene tagliate e la scanzonata “gita” al Festival di Cannes di Jonas e i suoi amici. Cinema e rom è la vera rivoluzione di Carpignano e Martin Scorsese, che ne è produttore esecutivo. Non un doc ma un gangster movie con veri zingari: una lezione di cinema indipendente e low budget.

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