Non fu una rapina. O almeno questo è quello che pensano gli investigatori che hanno indagato sul caso del gioielliere in pensione trovato morto nel giardino di casa il 20 dicembre a Opicina (Trieste). Aldo Carli è stato ucciso – questa è una delle ipotesi della Procura – per punire uno “sgarro” in una storia di traffico di gioielli in cambio di prestazioni sessuali. L’inchiesta ha portato in carcere una donna serba di 45 anni, Ljubica Kostic, arrestata con l’ipotesi di reato di concorso in omicidio, e sta indirizzando gli investigatori su una banda di tre o quattro persone che le notte del delitto avrebbero avuto un appuntamento con Carli, che era in procinto di partire per una destinazione ignota. La vittima era stata picchiata e legata.
Dopo giorni passati a scavare sul passato e sulle attività presenti di Carli, le forze dell’ordine sono risalite alla donna – come riporta il quotidiano Il Piccolo – attraverso le tracce del suo cellulare, che il 20 dicembre scorso l’hanno localizzata vicino al luogo del delitto, in un orario compatibile con il decesso della vittima. Fermata nei giorni scorsi, Kostic avrebbe ammesso la propria presenza a Opicina, forse anche di conoscere il gioielliere, ma di non sapere nulla di quel che era successo nel giardino della villetta sul Carso. Il suo fermo è stato convalidato dal Gip del tribunale, che ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Lo scenario della vicenda diventa così diverso dall’iniziale ipotesi di un tentativo di rapina finito male. Nell’abitazione infatti, dove erano custoditi denaro e oggetti preziosi, nulla era stato rubato. Carli viveva con la madre invalida, di 94 anni, mentre la moglie stava separata da lui, al piano superiore dell’edificio.
Dalle indagini è invece emerso che l’uomo avrebbe messo in piedi un’attività di compravendita clandestina di gioielli tra Italia ed estero, servendosi di intermediari stranieri; preziosi ceduti anche in cambio di prestazioni sessuali da parte di donne, in alcuni casi.
L’ipotesi è che la notte del delitto Carli stesse per dirigersi all’estero, e avesse un appuntamento con alcuni di questi intermediari. Al loro arrivo, sarebbe nato un alterco, una lite diventata sempre più violenta, nella quale la vittima è stata brutalmente picchiata e legata ai polsi fino a morire per soffocamento. Gli aggressori hanno anche imbavagliato l’anziana madre, che ha rischiato di morire soffocata.
Le indagini proseguono alla ricerca degli esecutori materiali del delitto, che avrebbero legami con la donna arrestata. Una versione contestata dal legale, l’avvocato Paolo Codiglia, secondo cui “contro la mia assistita vi è un filo e altri elementi indiziari, ma si ritiene estranea al fatto e non ha collegamenti con la vittima“. Il legale della donna ha preannunciato la presentazione per lunedì prossimo di un’istanza al Tribunale del Riesame di Trieste, “per vedere tolta, o per lo meno ridotta, la misura cautelare”, la cui udienza potrebbe venire fissata per la metà del mese di gennaio.