L’università, prima di tutto. Meglio: l’accesso agli studi gratis per tutti. Sì, poi le parole d’ordine che scaldano il cuore: via il Jobs Act, il codice etico che deve essere fatto d’acciaio, la lotta senza quartiere all’evasione fiscale, le favole di Renzi e Berlusconi. Tutto un po’ già in conto e anche tutto un po’ già sentito in questi mesi, anni. Ma è la possibilità di studiare a dover essere sopra ogni altra cosa: “Aboliamo le tasse universitarie” dice Pietro Grasso dando il via per primo ai fuochi della campagna elettorale. E’ stato accusato di dare interviste senza contenuti. E’ stato accusato di dire il cosa, ma non il come, come un vecchio sketch di Crozza quando imitava Montezemolo. E allora eccolo il come. Abolire le tasse universitarie, dice Grasso dall’assemblea di Liberi e Uguali, costa un miliardo e 600 milioni. Tanto, ma lo Stato spende già tanto per cose peggiori. Per esempio, prosegue il presidente del Senato, spende 16 miliardi per sgravi e sussidi indiretti che sono considerati dannosi per l’ambiente. Lo ha detto lo stesso ministero dell’Ambiente circa un anno fa, parlando del 2016. Sono gli “aiutini” nel settore dell’edilizia, in prevalenza, ma anche le detrazioni fiscali per l’acquisto di immobili di classe energetica A o B, i fondi per la conversione di impianti che provocano emissioni, l’abrogazione della tassa sulle imbarcazioni da diporto. Così il miliardo e 600 milioni di euro per togliere le tasse universitarie sono un decimo dei 16 buttati per fare male all’ambiente.
“Università gratuita, come in Germania”
Grasso non rinuncia a una vena retorica, anche necessaria in una campagna elettorale che si annuncia impegnativa per giunta per un partito neonato che va contro partiti che valgono almeno il doppio, ma forse il triplo. Per presentare la misura sull’università, dunque, Grasso racconta di un episodio avvenuto a Pavia, durante un incontro all’università, quando una ragazza stava uscendo “quasi piangendo“: “Mi ha detto: ‘Non ce la faccio più, devo abbandonare gli studi, i miei non mi possono più mantenere, devo andare a trovarmi un lavoro. Sono nell’elenco degli idonei per avere l’esenzione delle tasse, ma mi rispondono: non ci sono risorse'”.
Per questo serve una misura “concreta e realizzabile”, spiega Grasso. Ma, a parte la promessa, è un cambio di prospettiva, il solco lungo il quale il leader di Liberi e Uguali cammina. Il rovesciamento del punto di vista: gli altri vi promettono di abolire il canone Rai dopo averlo messo in bolletta? Ecco, io vi dico che è meglio pensare un po’ di più alle spese delle famiglie. “Avere un’università gratuita – scandisce – come avviene già in Germania e tanti altri Paesi europei, significa credere davvero sui giovani, non a parole ma con fatti concreti. Ne beneficerà il Paese: dare a tutti la possibilità di studiare, mettere in moto la genialità e le intelligenze significa allargare il nostro orizzonte e rendere l’Italia più competitiva”.
Il Pd: “Favore ai ricchi e a chi non ha voglia di studiare”
Per il Pd è un favore ai ricchi “e a chi non ha voglia di studiare”. “È qualunquismo controproducente – dice Francesco Verducci, responsabile università del partito, orfiniano – Il Pd invece sta con i poveri e i meritevoli. Lo abbiamo dimostrato con l’introduzione della ‘no tax area’ per le famiglie meno abbienti. Uno strumento ‘rivoluzionario’, progressivo, fortemente voluto dal Pd, in vigore da quest’anno con risultati importanti, che vogliamo estendere nella prossima legislatura fino alle famiglie con 30mila euro di reddito“.
Grasso: “I Cinquestelle? Cambiano spesso idea”
E’ arrivato il tempo del corpo a corpo, anche per uno come Grasso abituato da tempo a sedare le liti e non a parteciparvi. E allora mette in fila i suoi avversari, uno dopo l’altro, e a ciascuno una frustatina per le loro “irrealizzabili favole”. “Se ne sono già sentite tante e siamo solo all’inizio”. Renzi: “Ha detto che vuole abolire il canone Rai dopo averlo messo in bolletta pochi mesi fa. Mah”. Applauso. Berlusconi: “Scusate, ne ha dette troppe in questi 25 anni. Non riesco a pensare alla più clamorosa, sceglietela voi”. Applauso. Salvini: “Per qualche voto in più se la prende con lo ius soli, negando la cittadinanza a 800mila ragazze e ragazzi che per noi sono già italiani”. I Cinquestelle: “Cambiano idea secondo le convenienze del momento: sull’Europa, sulla cittadinanza, sull’euro”.
“Siamo l’unica alternativa credibile” esulta. Poi c’è la realtà, i sondaggi che danno il 7 per cento. E allora ancora una volta Grasso ribadisce che questo percorso non è un cartello elettorale, non finirà il 4 marzo e soprattutto non è per fare la ridotta della sinistra. “Per i molti non per i pochi” è la frase che campeggia, in bianco su sfondo rosso, sul palco dell’assemblea programmatica di Roma. E’ una citazione del For the many, not the few, scelto da Jeremy Corbyn, il leader laburista inglese, finora peraltro andato bene ma non benissimo. Dietro Grasso poi c’è la moltitudine di mondi che lo hanno portato fin lì. Al tavolo della presidenza ci sono Maria Cecilia Guerra, Loredana De Petris, Roberto Speranza, Nicola Fratoianni, Pippo Civati. In platea siedono Pier Luigi Bersani, Laura Boldrini, Vasco Errani, Enrico Rossi. Massimo D’Alema, il presunto burattinaio? Non c’è, è in Iran. La relazione introduttiva la fa Rossella Muroni, l’ex presidente di Legambiente, tra le prime a aderire a Liberi e Uguali arrivando dalla cosiddetta società civile.
“Lotteremo per i molti non per i pochi – insiste Grasso – Il nostro impegno non finirà il 4 marzo, abbiamo un progetto molto più ambizioso“. E’ solo l’inizio, dicono tutti qui. “L’inizio per cambiare l’Italia, per dare una svolta. Vedo gente rassegnata, impaurita, delusa, con lo sguardo basso. I populismi soffiano sulle paure e noi abbiamo il coraggio di reagire e porre rimedio a tutto ciò. Siamo eredi degli uomini e delle donne che 70 anni fa ci liberarono dal fascismo dandoci la libertà, siamo orgogliosi di credere nella democrazia parlamentare e pronti a lottare fino in fondo per realizzare i principi della Costituzione“. I fascismi, i razzismi. “Siamo un antidoto potente alla deriva fascista e razzista che percorre il Paese e l’Europa – dice la Muroni – Noi siamo resistenti e partigiani ma siamo anche resilienti e coraggiosi: lo cambieremo questo Paese”.
Ancora: col 7 per cento? Non è l’oggi che conta, ma il domani, è il ragionamento. “Nella mia esperienza, quella che ho maturato combattendo la battaglia per la legalità, ho imparato una cosa – è la conclusione del discorso di Grasso- Anche le sfide più difficili, quelle che appaiono impossibili, possono essere vinte con coraggio, pazienza e lavoro di squadra. Facciamo squadra: sarò il vostro caposquadra. Prendiamo per mano i milioni di cittadini che vogliono essere liberi dalla paura e uguali nelle possibilità. Abbiamo le carte in regola per poterlo fare. Insieme. Facciamolo per i molti e non per i pochi”. C’è poco tempo, è già tardi: “Incontreremo delle difficoltà, abbiamo poco spazio nelle televisioni e nei telegiornali. Non importa. Insieme batteremo il territorio da nord a sud, in ogni città, ogni Paese, ogni piazza”.
Bersani: “Parliamo con tutti tranne con la destra”
Il lavoro, l’altro tema forte, caro soprattutto a Pierluigi Bersani. “La priorità si chiama lavoro – dice l’ex segretario del Pd – Servono investimenti per dare lavoro e ridurre la giungla dei contratti precari. Senza queste cose non facciamo nulla con nessuno. Se ci sono queste due cose, più fisco e welfare, noi parliamo. Con Renzi? Con tutti, tranne con la destra ma per una questione di igiene mentale“. “Se non ricostruiamo il fatto che non ci possono essere ponti levatoi verso qualsiasi posizione, dal centrosinistra in poi discutiamo a queste condizioni altrimenti vadano dove li porta il cuore”. Secondo Bersani “un pezzo di establishment non capisce il disagio del popolo, se non lo capiscono finiscono contro un muro. C’è troppa diseguaglianza e precarietà, ci sono giovani umiliati. Molti fanno spallucce, allora parliamo di canone Rai”.
Alleanze, Grasso: “Dove guardo? Avanti”
Ma sulle alleanze anche Grasso fa una frenata a secco: “Di alleanze si parlerà dopo il 4 marzo, saremo aperti e inclusivi per tutti quelli che la pensano come noi. A chi guardiamo? Io guardo avanti”. Mentre sul lavoro, dal palco, va anche oltre: “La nostra battaglia sarà far tornare prevalenti i contratti a tempo indeterminato, attraverso una nuova forma di contratto a tutele crescenti che reintroduca le garanzie eliminate dal Jobs Act“. “Altri aboliscono il canone Rai – dice – noi aboliamo il precariato. Ma le tutele non servono a nulla se non c’è il lavoro. E allora dobbiamo investire lì dove il lavoro possiamo davvero crearlo”. Riprende anche pezzi del programma di Italia Bene Comune, l’alleanza di centrosinistra guidata da Bersani, con quel Pd in cui – disse quando ufficializzò l’addio al partito alcune settimane fa – si riconosceva. Pezzi di programma come questo: “Dobbiamo rendere più costoso il lavoro precario di quello stabile” perché “solo se hai fiducia nel tuo futuro lo puoi costruire davvero”. Aggiunge che si può creare lavoro in settori come il turismo, l’economia verde e la cultura. “Pensiamo solo a quanta occupazione si potrebbe creare riconvertendo l’edilizia all’efficienza energetica, alle scuole sicure, al mondo delle rinnovabili che non devono essere solo un affare ma il miglioramento della nostra vita quotidiana. Con la cultura non solo si mangia ma si crea benessere e occupazione valorizzando i nostri talenti e la nostra storia. Creare lavoro generando bellezza: non è un’utopia ma la strada più sicura su cui investire”.
Politica
Grasso: “Eliminare il canone Rai? Noi vogliamo abolire le tasse per l’università come in Germania. E cancellare il Jobs Act”
All'assemblea programmatica di Liberi e Uguali il presidente "caposquadra" punta sul cambio di prospettiva: "Noi non vi promettiamo favolette irrealizzabili come gli altri. I Cinquestelle? Cambiano spesso idea". Il Pd: "Studi gratis? Favore ai ricchi e a chi non ha voglia". Bersani: "Parliamo con tutti tranne che con la destra. Per igiene mentale"
L’università, prima di tutto. Meglio: l’accesso agli studi gratis per tutti. Sì, poi le parole d’ordine che scaldano il cuore: via il Jobs Act, il codice etico che deve essere fatto d’acciaio, la lotta senza quartiere all’evasione fiscale, le favole di Renzi e Berlusconi. Tutto un po’ già in conto e anche tutto un po’ già sentito in questi mesi, anni. Ma è la possibilità di studiare a dover essere sopra ogni altra cosa: “Aboliamo le tasse universitarie” dice Pietro Grasso dando il via per primo ai fuochi della campagna elettorale. E’ stato accusato di dare interviste senza contenuti. E’ stato accusato di dire il cosa, ma non il come, come un vecchio sketch di Crozza quando imitava Montezemolo. E allora eccolo il come. Abolire le tasse universitarie, dice Grasso dall’assemblea di Liberi e Uguali, costa un miliardo e 600 milioni. Tanto, ma lo Stato spende già tanto per cose peggiori. Per esempio, prosegue il presidente del Senato, spende 16 miliardi per sgravi e sussidi indiretti che sono considerati dannosi per l’ambiente. Lo ha detto lo stesso ministero dell’Ambiente circa un anno fa, parlando del 2016. Sono gli “aiutini” nel settore dell’edilizia, in prevalenza, ma anche le detrazioni fiscali per l’acquisto di immobili di classe energetica A o B, i fondi per la conversione di impianti che provocano emissioni, l’abrogazione della tassa sulle imbarcazioni da diporto. Così il miliardo e 600 milioni di euro per togliere le tasse universitarie sono un decimo dei 16 buttati per fare male all’ambiente.
“Università gratuita, come in Germania”
Grasso non rinuncia a una vena retorica, anche necessaria in una campagna elettorale che si annuncia impegnativa per giunta per un partito neonato che va contro partiti che valgono almeno il doppio, ma forse il triplo. Per presentare la misura sull’università, dunque, Grasso racconta di un episodio avvenuto a Pavia, durante un incontro all’università, quando una ragazza stava uscendo “quasi piangendo“: “Mi ha detto: ‘Non ce la faccio più, devo abbandonare gli studi, i miei non mi possono più mantenere, devo andare a trovarmi un lavoro. Sono nell’elenco degli idonei per avere l’esenzione delle tasse, ma mi rispondono: non ci sono risorse'”.
Per questo serve una misura “concreta e realizzabile”, spiega Grasso. Ma, a parte la promessa, è un cambio di prospettiva, il solco lungo il quale il leader di Liberi e Uguali cammina. Il rovesciamento del punto di vista: gli altri vi promettono di abolire il canone Rai dopo averlo messo in bolletta? Ecco, io vi dico che è meglio pensare un po’ di più alle spese delle famiglie. “Avere un’università gratuita – scandisce – come avviene già in Germania e tanti altri Paesi europei, significa credere davvero sui giovani, non a parole ma con fatti concreti. Ne beneficerà il Paese: dare a tutti la possibilità di studiare, mettere in moto la genialità e le intelligenze significa allargare il nostro orizzonte e rendere l’Italia più competitiva”.
Il Pd: “Favore ai ricchi e a chi non ha voglia di studiare”
Per il Pd è un favore ai ricchi “e a chi non ha voglia di studiare”. “È qualunquismo controproducente – dice Francesco Verducci, responsabile università del partito, orfiniano – Il Pd invece sta con i poveri e i meritevoli. Lo abbiamo dimostrato con l’introduzione della ‘no tax area’ per le famiglie meno abbienti. Uno strumento ‘rivoluzionario’, progressivo, fortemente voluto dal Pd, in vigore da quest’anno con risultati importanti, che vogliamo estendere nella prossima legislatura fino alle famiglie con 30mila euro di reddito“.
Grasso: “I Cinquestelle? Cambiano spesso idea”
E’ arrivato il tempo del corpo a corpo, anche per uno come Grasso abituato da tempo a sedare le liti e non a parteciparvi. E allora mette in fila i suoi avversari, uno dopo l’altro, e a ciascuno una frustatina per le loro “irrealizzabili favole”. “Se ne sono già sentite tante e siamo solo all’inizio”. Renzi: “Ha detto che vuole abolire il canone Rai dopo averlo messo in bolletta pochi mesi fa. Mah”. Applauso. Berlusconi: “Scusate, ne ha dette troppe in questi 25 anni. Non riesco a pensare alla più clamorosa, sceglietela voi”. Applauso. Salvini: “Per qualche voto in più se la prende con lo ius soli, negando la cittadinanza a 800mila ragazze e ragazzi che per noi sono già italiani”. I Cinquestelle: “Cambiano idea secondo le convenienze del momento: sull’Europa, sulla cittadinanza, sull’euro”.
“Siamo l’unica alternativa credibile” esulta. Poi c’è la realtà, i sondaggi che danno il 7 per cento. E allora ancora una volta Grasso ribadisce che questo percorso non è un cartello elettorale, non finirà il 4 marzo e soprattutto non è per fare la ridotta della sinistra. “Per i molti non per i pochi” è la frase che campeggia, in bianco su sfondo rosso, sul palco dell’assemblea programmatica di Roma. E’ una citazione del For the many, not the few, scelto da Jeremy Corbyn, il leader laburista inglese, finora peraltro andato bene ma non benissimo. Dietro Grasso poi c’è la moltitudine di mondi che lo hanno portato fin lì. Al tavolo della presidenza ci sono Maria Cecilia Guerra, Loredana De Petris, Roberto Speranza, Nicola Fratoianni, Pippo Civati. In platea siedono Pier Luigi Bersani, Laura Boldrini, Vasco Errani, Enrico Rossi. Massimo D’Alema, il presunto burattinaio? Non c’è, è in Iran. La relazione introduttiva la fa Rossella Muroni, l’ex presidente di Legambiente, tra le prime a aderire a Liberi e Uguali arrivando dalla cosiddetta società civile.
“Lotteremo per i molti non per i pochi – insiste Grasso – Il nostro impegno non finirà il 4 marzo, abbiamo un progetto molto più ambizioso“. E’ solo l’inizio, dicono tutti qui. “L’inizio per cambiare l’Italia, per dare una svolta. Vedo gente rassegnata, impaurita, delusa, con lo sguardo basso. I populismi soffiano sulle paure e noi abbiamo il coraggio di reagire e porre rimedio a tutto ciò. Siamo eredi degli uomini e delle donne che 70 anni fa ci liberarono dal fascismo dandoci la libertà, siamo orgogliosi di credere nella democrazia parlamentare e pronti a lottare fino in fondo per realizzare i principi della Costituzione“. I fascismi, i razzismi. “Siamo un antidoto potente alla deriva fascista e razzista che percorre il Paese e l’Europa – dice la Muroni – Noi siamo resistenti e partigiani ma siamo anche resilienti e coraggiosi: lo cambieremo questo Paese”.
Ancora: col 7 per cento? Non è l’oggi che conta, ma il domani, è il ragionamento. “Nella mia esperienza, quella che ho maturato combattendo la battaglia per la legalità, ho imparato una cosa – è la conclusione del discorso di Grasso- Anche le sfide più difficili, quelle che appaiono impossibili, possono essere vinte con coraggio, pazienza e lavoro di squadra. Facciamo squadra: sarò il vostro caposquadra. Prendiamo per mano i milioni di cittadini che vogliono essere liberi dalla paura e uguali nelle possibilità. Abbiamo le carte in regola per poterlo fare. Insieme. Facciamolo per i molti e non per i pochi”. C’è poco tempo, è già tardi: “Incontreremo delle difficoltà, abbiamo poco spazio nelle televisioni e nei telegiornali. Non importa. Insieme batteremo il territorio da nord a sud, in ogni città, ogni Paese, ogni piazza”.
Bersani: “Parliamo con tutti tranne con la destra”
Il lavoro, l’altro tema forte, caro soprattutto a Pierluigi Bersani. “La priorità si chiama lavoro – dice l’ex segretario del Pd – Servono investimenti per dare lavoro e ridurre la giungla dei contratti precari. Senza queste cose non facciamo nulla con nessuno. Se ci sono queste due cose, più fisco e welfare, noi parliamo. Con Renzi? Con tutti, tranne con la destra ma per una questione di igiene mentale“. “Se non ricostruiamo il fatto che non ci possono essere ponti levatoi verso qualsiasi posizione, dal centrosinistra in poi discutiamo a queste condizioni altrimenti vadano dove li porta il cuore”. Secondo Bersani “un pezzo di establishment non capisce il disagio del popolo, se non lo capiscono finiscono contro un muro. C’è troppa diseguaglianza e precarietà, ci sono giovani umiliati. Molti fanno spallucce, allora parliamo di canone Rai”.
Alleanze, Grasso: “Dove guardo? Avanti”
Ma sulle alleanze anche Grasso fa una frenata a secco: “Di alleanze si parlerà dopo il 4 marzo, saremo aperti e inclusivi per tutti quelli che la pensano come noi. A chi guardiamo? Io guardo avanti”. Mentre sul lavoro, dal palco, va anche oltre: “La nostra battaglia sarà far tornare prevalenti i contratti a tempo indeterminato, attraverso una nuova forma di contratto a tutele crescenti che reintroduca le garanzie eliminate dal Jobs Act“. “Altri aboliscono il canone Rai – dice – noi aboliamo il precariato. Ma le tutele non servono a nulla se non c’è il lavoro. E allora dobbiamo investire lì dove il lavoro possiamo davvero crearlo”. Riprende anche pezzi del programma di Italia Bene Comune, l’alleanza di centrosinistra guidata da Bersani, con quel Pd in cui – disse quando ufficializzò l’addio al partito alcune settimane fa – si riconosceva. Pezzi di programma come questo: “Dobbiamo rendere più costoso il lavoro precario di quello stabile” perché “solo se hai fiducia nel tuo futuro lo puoi costruire davvero”. Aggiunge che si può creare lavoro in settori come il turismo, l’economia verde e la cultura. “Pensiamo solo a quanta occupazione si potrebbe creare riconvertendo l’edilizia all’efficienza energetica, alle scuole sicure, al mondo delle rinnovabili che non devono essere solo un affare ma il miglioramento della nostra vita quotidiana. Con la cultura non solo si mangia ma si crea benessere e occupazione valorizzando i nostri talenti e la nostra storia. Creare lavoro generando bellezza: non è un’utopia ma la strada più sicura su cui investire”.
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Elezioni, Bersani: “Alleanze? Parliamo con tutti tranne la destra. Priorità al lavoro”
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Allerta rossa in Toscana ed Emilia Romagna: Arno a rischio esondazione, frane e piani bassi evacuati. Allagamenti a Scandicci e a Sesto
Marvin Vettori torna a combattere. Due anni dopo, il lottatore italiano torna a disputare un incontro di MMA domani, sabato 15 marzo, contro il georgiano Roman Dolidze all'Apex Center di Las Vegas. Vettori è stato assente dall'ottagono a causa di un grave infortunio alla spalla destra che ha interessato anche i muscoli del bicipite. Dopo un'operazione chirurgica e un lento processo di recupero e allenamento, è finalmente pronto.
Vettori ha già affrontato Dolidze nel 2023 in un match disputatosi a Londra e vinto, per verdetto unanime, proprio dall'italiano. "Pensavo che avrei combattuto contro Kopylov, invece è Dolidze", ha commentato Vettori, "ma era tanta la voglia di tornare che non mi interessava contro chi". L’ultima apparizione di Vettori sull’ottagono è stata sempre nel 2023, quando ha subito una dura sconfitta dall’allora numero 4 dei ranking Jared Cannonier.
Il match sarà molto importante per il proseguo della carriera di Vettori, che a 31 anni e dopo due fermo non può più permettersi pause. Al momento è ottavo nel ranking Ufc, posizione ottenuta due anni fa e mantenuta anche nel periodo di stop. L'incontro con Dolidze potrebbe rilanciare le speranze del trentino di guadagnarsi una sfida per il titolo pesi medi, oppure potrebbe affondarlo.
Il match tra Marvin Vettori e Roman Dolidze è in programma sabato 15 marzo alle 22 ora italiana. L'incontro sarà trasmesso in diretta televisiva sui canali Eurosport e sarà visibile anche in streaming sull'app SkyGo, sulla piattaforma Eurosport, su Discovery+ e Dazn.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Accade che le richieste di connessione alla rete di progetti di impianti rinnovabili dopo 4-5 anni non vengono realizzati, creando una congestione virtuale della rete stessa e tenendo fuori nuovi entranti, magari più performanti. Si dovrà "capire la credibilità di 350 gigawatt di richieste di connessione", anche se sono stati "fatti passi avanti su trasparenza e visibilità". Lo afferma il presidente Arera, Stefano Besseghini, intervenendo alla presentazione del piano di sviluppo 2025 di Terna.
In questo contesto, spiega Besseghini, "tenere Terna costantemente agganciata a questi processi autorizzativi è il modo migliore perché il sistema evolva coerentemente nella capacità di programmazione e essere sempre proattivo" perchè ''qualunque disallineamento temporale tra capacità di programmazione e capacità di realizzazione diventa da qualche parte uno stranded cost che ci portiamo dietro''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Lo sviluppo delle infrastrutture, previsto dal piano 2025 di Terna ''costituisce un elemento fondamentale del nostro progetto''. La struttura della società ''sta accompagnando la trasformazione del nostro paese''. Lo afferma il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto, intervenendo alla presentazione del piano di Terna. Il sistema industriale sta vivendo ''un cambiamento di pelle'' verso l'elettrificazione che ''diventa cruciale per lo sviluppo nei prossimi anni e già attualmente'', sottolinea. Quanto è accaduto, le tensioni sui prezzi del gas, l'automatico ribaltamento sul prezzo dell'energia, ''ha messo anche alla prova quella che è la nostra capacità di dare sicurezza e, naturalmente, di lavorare su quello che è un obiettivo che dobbiamo avere di indipendenza e di governo di quelle che sono le tensioni anche sui prezzi''.
I 23 miliardi di investimenti, annunciati da Terna, "sono una cosa importante perché questa e' l'ossatura dell'energia nazionale, e se non abbiamo l'ossatura della rete non possiamo rispondere alla domanda di cittadini e imprese". "L'obiettivo è creare un mix di produzione che riesca a soddisfare la domanda di energia che sta crescendo in modo vertiginoso ed oggi ne abbiamo avuto la dimostrazione dai dati di Terna di quanto cresca la domanda ed automaticamente debbano crescere le rinnovabili in ottica di neutralità e decarbonizzazione", aggiunge Pichetto.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Il piano di sviluppo 2025 è "il più importante mai realizzato da Terna nella sua storia ed è un piano che credo sottolinei tre elementi in questa mia veloce introduzione che voglio portare sul tavolo oggi". Lo afferma il presidente di Terna, Igor De Biasio, nel corso della presentazione del piano.
"E' un piano che migliora il Paese perché attraverso quegli investimenti riusciamo a essere abilitatori verso la transizione energetica, verso la decarbonizzazione, consentendo allacciamenti alle nuove forme di produzione green ma soprattutto anche unendo, connettendo e integrando i territori quindi aiutando tutte le comunità italiane verso lo sviluppo della transizione energetica", sottolinea il presidente.
Il piano, aggiunge De Biasio, ''porta con sé una serie di investimenti che aumenteranno la sicurezza, la resilienza, l'efficacia della rete che è un elemento competitivo nella trazione degli investimenti internazionali. Prima il video citava il caso dei data center, non è un caso che tantissimi investitori italiani e stranieri oggi puntino sull'Italia per la realizzazione di data center e non in Francia, non in Germania. E non più in Inghilterra. E grazie alla qualità della rete che oggi Terna gestisce e amministra e quindi è un fattore straordinario per la trazione e la competitività dell'Italia''.
Terzo elemento, prosegue il presidente, è che ''questo patrimonio di conoscenze e esperienze che Terna ha è un'opportunità nelle relazioni internazionali e nella costruzione di partnership con altri Paesi, essendo oggi l'energia un elemento qualificante e strategico proprio in ambito geopolitico''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - ''Le richieste di connessione di impianti rinnovabili, di sistemi di accumulo e, sempre più negli ultimi mesi, di data center, sono in costante aumento''. Lo afferma l'amministratore delegato di Terna, Giuseppina Di Foggia., nel corso della presentazione del piano 2025. ''Per far fronte al rischio di saturazione virtuale della rete e per contribuire a mantenere l’attrattività del Paese per gli investitori, anche internazionali, abbiamo adottato, a seguito dell’approvazione del cosiddetto decreto legge sicurezza energetica, un nuovo processo di programmazione territoriale delle nostre infrastrutture'', sottolinea l'ad.
Questo processo, spiega Di Foggia, ''assicura efficienza nella realizzazione delle opere abilitanti la connessione di nuove risorse, consentendo di ridurre le congestioni amministrative, e di minimizzare i costi per il sistema”. La gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente concentrate al sud e nelle isole, si legge nella nota diffusa in occasione della presentazione del piano, ''permette a Terna di avere una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, così da realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete''.
Secondo i dati di Terna, al 31 dicembre 2024, risultano 348 GW di richieste di connessione per impianti rinnovabili (di cui 152 GW di solare, 110 GW di eolico on-shore e 86 GW di eolico off-shore) e 277 GW per sistemi di accumulo. Questi numeri, che superano ampiamente il fabbisogno nazionale individuato dal Documento di Descrizione degli Scenari 2024 Terna-Snam e dai target nazionali, confermano che il Paese rappresenta una significativa opzione di investimento, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione che ne incentiva lo sviluppo.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Terna annuncia che entro il 2030 saranno ''operative le infrastrutture elettriche che abiliteranno la transizione energetica del paese: Tyrrhenian link, Adriatic link, il collegamento tra Sardegna, Corsica e Toscana e il ponte energetico Italia-Tunisia''. Nel corso della presentazione del pano 2025 l'amministratore delegato, Giuseppina Di Foggia, spiega che ''una rete di trasmissione adeguata e interconnessa, insieme alle attuali misure legislative e agli strumenti di incentivazione, è il fattore abilitante per raggiungere i target previsti dal Piano Nazionale per l’energia e il clima al 2030''.
''L’avvio della fase realizzativa delle nostre principali infrastrutture elettriche, come il Tyrrhenian Link, l’Adriatic Link e il collegamento tra Sardegna, Corsica e Toscana, conferma l’impegno di Terna nel gestire la transizione energetica del Paese”, aggiunge Di Foggia. “Le richieste di connessione di impianti rinnovabili, di sistemi di accumulo e, sempre più negli ultimi mesi, di Data Center, sono in costante aumento''.
''Per far fronte al rischio di saturazione virtuale della rete e per contribuire a mantenere l’attrattività del Paese per gli investitori, anche internazionali, abbiamo adottato a seguito dell’approvazione del decreto legge sicurezza energetica, un nuovo processo di programmazione territoriale delle nostre infrastrutture. Questo processo assicura efficienza nella realizzazione delle opere abilitanti la connessione di nuove risorse, consentendo di ridurre le congestioni amministrative, e di minimizzare i costi per il sistema”, spiega l'ad.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Il piano Terna 2025 prevede oltre 23 miliardi di euro di investimenti nei prossimi dieci anni per favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili e incrementare la capacità di trasporto della rete. I dati sono stati comunicati nel corso della presentazione del piano.
Nel corso della presentazione si spiega che ''il piano di sviluppo 2025-2034 di Terna, con oltre 23 miliardi di euro di investimenti nei prossimi dieci anni (+10% rispetto al precedente Piano), consolida il ruolo di Terna al servizio del Paese per un futuro sostenibile e decarbonizzato. Gli interventi previsti dal Piano sono essenziali per il perseguimento degli obiettivi nazionali ed europei di transizione energetica, indipendenza, resilienza ed efficienza del sistema elettrico''.
Il piano di sviluppo 2025 ''è coerente con i target definiti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2024, declinati nel documento di descrizione degli scenari 2024 Terna-Snam, che prevede un incremento della capacità installata solare ed eolica di oltre 65 GW al 2030 e di 94 GW al 2035, entrambi rispetto all’installato al 2023'', si evidenzia.
“Il piano di sviluppo presentato oggi risponde alle urgenti necessità che il contesto attuale impone'', sottolinea l'amministratore delegato, Giuseppina Di Foggia. ''Investire nella pianificazione, nell’ammodernamento e nella digitalizzazione delle reti elettriche è infatti essenziale per far fronte alla crescente domanda di energia e all’integrazione delle fonti rinnovabili. Con 23 miliardi di euro nei prossimi dieci anni, puntiamo ad assicurare al Paese un sistema affidabile, resiliente e sostenibile”, sottolinea l'ad.