Il Russiagate – tornato alla ribalta con le dichiarazioni dell’ex chief strategist di Donald Trump, Steve Bannon – stringe il cerchio intorno alla famiglia del presidente e mette nel mirino per la prima volta anche Ivanka, la figlia prediletta del tycoon, dopo aver acceso i riflettori sul primogenito Donald Trump jr e prima ancora sul genero Jared Kushner.
La squadra del procuratore speciale Robert Mueller, scrive il Los Angeles Times, sta esaminando il ruolo di Ivanka, che il 9 giugno 2016 avrebbe parlato brevemente con due dei russi in uscita dalla Trump Tower, poco dopo che avevano incontrato il fratello Don, il marito Jared e l’allora capo della campagna Paul Manafort vantando di avere materiale compromettente su Hillary Clinton. La figlia del presidente si sarebbe intrattenuta con l’avvocata Natalia Veselnitskaya e il lobbista Rinat Akhmetshin sull’ascensore mentre lasciavano l’edificio e si sarebbe trattato solo di uno scambio di cortesie, ha riferito una persona a conoscenza dell’episodio. Simile contestazione a Donald jr. Ma gli investigatori vogliono conoscere tutti i contatti che i due visitatori hanno avuto con i membri della famiglia Trump e il suo inner circle e accertare meglio lo scopo dell’incontro.
Per questo Mueller ha richiamato almeno un testimone che vi ha partecipato e sta esaminando il comunicato “fuorviante” della Casa Bianca che, dopo la rivelazione dell’episodio da parte del Nyt, sostenne che l’incontro non era legato alla campagna elettorale e aveva affrontato “primariamente il programma delle adozioni dei bambini russi”. Gli investigatori starebbero cercando di accertare se Trump e altri coinvolti nella stesura del comunicato a bordo dell’Air Force One sapevano che era inaccurato e se non fosse rivolto proprio a depistare le indagini sul Russiagate. Come emerso successivamente, infatti, il primogenito di Trump aveva accettato l’incontro dopo la promessa di ottenere informazioni dannose per la rivale del padre nella corsa alla Casa Bianca, Hillary Clinton, come parte del sostegno del governo russo.
Si tratterebbe quindi di un segno che gli investigatori stanno lavorando anche sull’ipotesi che Trump abbia fatto ostruzione alla giustizia. Segnali in questa direzione arrivano anche da un’altra serie di episodi, tra cui le pressioni ordinate dal presidente sull’attorney general Jeff Sessions a non ricusarsi nel Russiagate per evitare di perdere il controllo sulle indagini. Pressioni fatte dal capo dell’ufficio legale della Casa Bianca, Donald F. McGahn II, dall’ex capo dello staff Reince Preibus e dall’ex portavoce Sean Spicer. Ivanka è “terrorizzata” dal Russiagate, ha confidato Michael Wolff, l’autore di ‘Fire and Fury’, il libro che sta scuotendo la Casa Bianca. Sembra sempre più preoccupato anche il marito, ora coinvolto anche in una indagine aperta dalla Sec (analoga all’italiana Consob) sulla sua società immobiliare per l’uso del programma di investimento legato ai visti Eb-5, che offre la green card ad aspiranti immigrati che investono almeno 500 mila dollari in certi settori economici.