Affascinante: l’Isis e i jihadisti di al Qaida stanno fornendo i link per scaricare il libro Fire and Fury che rivela i segreti di Trump" scrive in un tweet di Rita Katz, direttrice del Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web
Tutti vogliono leggere il libro di Michael Wolff, viaggio a tratti allucinante nella Casa Bianca di Donald Trump. E a quanto pare alle informazioni sul tycoon e sul suo staff vogliono accedere anche i terroristi. “Affascinante: l’Isis e i jihadisti di al Qaida stanno fornendo i link per scaricare il libro Fire and Fury che rivela i segreti di Trump” scrive in un tweet di Rita Katz, direttrice del Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web.
Fascinating: #ISIS and #AQ jihadists are providing links to download the “Fire and Fury” book as it “reveals the secrets of Trump” pic.twitter.com/J6ZAACtXQa
— Rita Katz (@Rita_Katz) 6 gennaio 2018
Come per l’uscita di un libro di Harry Potter si sono formate code davanti alle librerie di Washington per acquistare l’opera dello scrittore e giornalista Michael Wolff. Il libro – 336 pagine che raccoglie oltre 200 interviste che rivelano la paure, l’irascibilità, le ambizioni, le gaffe e tanti lati segreti di un anno di presidenza Trump – è arrivato sugli scaffali questa mattina con quattro giorni di anticipo rispetto all’uscita programmata, nonostante la lettera di diffida inviata dalla Casa Bianca all’autore e all’editore.
Il libro Fire and fury: inside the Trump White House sta travolgendo il presidente che ieri ha dovuto replicato di essere sano di mente- o meglio “un genio” – dopo la polemica sollevata sulla sua salute mentale. Sul libro, pubblicato in anticipo di quattro giorni per evitare che venisse bloccato, il presidente Usa è tornato a sostenere di non avere mai incontrato l’autore: il libro “lo considero un’opera di fiction“, le presunte interviste alla Casa Bianca “non sono mai esistite” e “tutto è nella sua immaginazione”. Già venerdì Wolff, in un’intervista alla Nbc, aveva smentito Trump: “Ho assolutamente parlato con il presidente. Se abbia realizzato che era un’intervista o meno non lo so. Ma di certo non era off the record”, aveva detto.
Il tema dell’adeguatezza mentale di Trump per il ruolo di presidente degli Stati Uniti – che stando all’autore del libero sarebbe considerato un idiota da tutti quelli che lo circondano – è tornato d’attualità tanto che venerdì sera il segretario di Stato, Rex Tillerson, in un’intervista esclusiva alla Cnn ha voluto difenderlo: “Non ho mai messo in dubbio l’adeguatezza mentale”, ha dichiarato lui che qualche mese fa, secondo Nbc News, aveva definito Trump “un imbecille” durante un incontro al Pentagono. E sempre venerdì la Cnn ha detto che una decina di membri del Congresso Usa, perlopiù democratici, hanno consultato a dicembre un professore di psichiatria dell’università di Yale, Bandy Lee, in merito alla salute mentale del presidente. “I parlamentari hanno detto di essere rimasti molto preoccupati riguardo la pericolosità del presidente, e per il pericolo che la sua instabilità mentale pone al paese”, ha detto Lee alla Cnn.
Su Twitter Trump si è vantato delle sue presunte qualità con queste parole: “In realtà in tutta la vita le mie due più grandi doti sono state la stabilità mentale e il fatto di essere davvero intelligente”. E ancora: “Sono passato da essere un uomo d’affari di GRANDE successo, a grande star televisiva a presidente degli Stati Uniti (al primo tentativo). Penso che questo mi qualifichi non come intelligente, ma come genio…e un genio molto stabile“.