Marito, moglie e figlio di 20 anni sono stati trovati morti in casa a Vignole Borbera, in provincia di Alessandria, a causa di una intossicazione da monossido di carbonio. Secondo le prime informazioni fornite dai carabinieri, la causa dell’intossicazione è il malfunzionamento di una caldaia a metano all’interno del vecchio appartamento in cui si trovava la famiglia. A dare l’allarme al numero unico d’emergenza è stato un vicino nel pomeriggio, ma la morte potrebbe risalire alla scorsa notte.
Sul posto con i vigili del fuoco stanno operando i carabinieri ed è intervenuto anche il 118. Le salme delle tre vittime – 47 anni l’uomo, 44 la moglie e 20 il figlio del primo – sono a disposizione dell’autorità giudiziaria, che disporrà l’autopsia.
Un caso simile è avvenuto lunedì mattina a Udine, dove la Procura ha aperto un’indagine con l’ipotesi di omicidio colposo a carico di ignoti in merito alla morte di una coppia di anziani coniugi. Gli inquirenti dovranno accertare se la morte è dovuta a eventuali esalazioni di monossido sprigionate dalla stufa e, qualora questo fosse vero, stabilire se si configura una colpa di qualcuno o se si è trattato di un malfunzionamento. L’impianto è stata posto sotto sequestro e sarà sottoposto a una perizia.
Il due gennaio, sempre a cause delle esalazioni di monossido di carbonio, sono morti Alex Ferrari e Luca Bortolaso, due ragazzi vicentini di 21 anni, fidanzati da più di un anno, che stavano trascorrendo le vacanze natalizie assieme a due amiche, loro coetanee, in una villetta di montagna a Ferrara di Monte Baldo, provincia di Verona.