L'inchiesta è partita dopo la denuncia dell'associazione Halte à l’obsolescence programmée (Hop). Nelle scorse settimane non sono mancate le polemiche per alcuni disagi di rallentamento del sistema in seguito agli aggiornamenti
La giustizia francese ha aperto un’inchiesta contro Apple per “truffa” e “obsolescenza programmata”. L’indagine aperta il 5 gennaio scorso viene condotta dalla procura di Parigi secondo quanto riferito da una fonte giudiziaria citata questa sera dai grandi media transalpini e fa seguito a una denuncia presentata la settimana scorsa dall’Associazione Halte à l’obsolescence programmée (Hop). Il colosso Usa ha da poco pubblicato una lettera sul sito per scusarsi con i clienti dei disagi e offerto la sostituzione delle batterie a metà prezzo.
Ma le grane per Apple sono anche interne: due azionisti hanno infatti chiesto a Cupertino di intervenire per ‘contenere’ la dipendenza da iPhone dei bambini, reclamando di fatto una maggiore responsabilità sociale da parte dell’azienda. La richiesta allarga il fronte critico della Silicon Valley sulle tecnologie. Dopo gli ex manager Facebook che hanno puntato il dito contro l’uso dei social network, ora è infatti Apple sotto pressione. In una lettera aperta al colosso fondato da Steve Jobs, che degli iPhone ha fatto il suo ‘core business’, Jana Partners e Calstrs, bollano come tossica l’accoppiata iPhone-bambini e chiedono ad Apple di intervenire. Cupertino – è l’idea – dovrebbe sviluppare nuovi strumenti software per aiutare i genitori a controllare l’uso dell’iPhone da parte dei figli. Ma dovrebbe anche studiare l’impatto di un uso eccessivo degli smartphone sulla salute mentale dei giovani, oltre a mettere in piedi un comitato di esperti.
“Ci sono sempre più prove che dimostrano come, almeno per i giovani che ne fanno un uso massiccio, gli smartphone possano avere conseguenze negative involontarie”, scrivono gli investitori. “Il disagio sociale crescente a un certo punto avrà un impatto negativo anche su Apple. Per questo è importante affrontare subito la questione”. “Nessuna azienda – aggiungono – può esternalizzare questa responsabilità. Apple può svolgere un ruolo determinante nel prestare particolare attenzione alla salute e allo sviluppo della prossima generazione. E’ un buon affare e anche la cosa più giusta da fare”. La lettera dei due investitori ha provocato qualche effetto in Borsa e arriva a pochi giorni del caso sul rallentamento delle batterie dei vecchi smartphone. Per quest’ultimo, secondo gli analisti di Barclays, la compagnia nel 2018 rischia di vendere 16 milioni di iPhone in meno del previsto.