La proposta di tagliare le tasse universitarie di Pietro Grasso? “È un favore ai ricchi e ai fuori corso”. I voti a Liberi e Uguali? “Portano la destra al governo”. Un’ipotetica alleanza con la lista guidata dal presidente del Senato dopo le elezioni? “Non vedo alleanza con nessuno”. È un intervento tutto contro gli ex compagni di partito quello che Matteo Renzi fa a Otto e Mezzo. Ospite di Lilli Gruber, il segretario del Pd attacca più volte la lista unica guidata da Grasso, spolverando il vecchio leit motiv caro al centrosinistra divisa: quello del voto utile.
“Ogni voto dato alla sinistra radicale porta la destra al governo. Ogni voto che oggi viene dato alla sinistra radicale, fa scattare il seggio a Salvini, non alla Boldrini. Poi se qualcuno pensa che pur di far perdere Renzi preferisce far vincere Salvini, auguri”, ha detto l’ex presidente del consiglio. Che poi ha messo nel mirino anche la proposta lanciata da Grasso nei giorni scorsi: l’abolizione delle tasse universitarie. “È un favore ai ricchi e ai fuori corso. È una norma scritta da Grasso ma pensata per Di Maio“, l’ha definita il numero uno del Nazareno. Grasso replica a distanza: “Abolire le tasse universitarie significa promuovere la giustizia sociale“. Insommi i toni sono quelli da scontro in piena regola. E infatti il segretario del Pd, alla domanda su una possibile alleanza con Liberi e Uguali dopo le lezioni, ha risposto netto: “Non vedo alleanza con nessuno. Spero che il Pd abbia maggioranza da solo. Sennò che si fanno a fare le elezioni?”.
Secondo l’ex premier, tra l’altro, il Pd potrebbe andare oltre i voti presi nel 2013 da Pierluigi Bersani. “Speriamo di andare oltre il 25%, non credo che il centrodestra sia così in vantaggio come si dice. La partita è del tutto aperta. Abbiamo la squadra migliore, Gentiloni ha governato bene, così tutti i nostri ministri”. E a proposito di squadra ha confermato che Pier Carlo Padoan sarà candidato in diverse circoscrizioni, così come gli altri ministri e soprattutto Maria Elena Boschi.
“Il sottosegretario Boschi si candiderà in più di un posto, come tutti gli altri. Come io mi candiderò in Lombardia e Campania, lo stesso faranno gli altri. Mi accuseranno comunque di aver scelto fedelissimi: mi hanno accusato di tutto, anche dei sacchetti di plastica. Ma valutiamo i nomi del Pd: si candideranno Gentiloni, Padoan, persone in prima linea nella lotta alla criminalità, chi si batte a favore dei vaccini”.
La candidatura di Boschi in più collegi, in pratica, ne blinderà nei fatti la rielezione. Concetto un po’ diverso da quello espresso dall’ex premier nel dicembre scorso, quando – in pieno caso Banca Etruria – Renzi aveva utilizzato parole diverse a chi gli chiedeva di non ricandidare la sua ex ministra delle Riforme: “Un politico si fa giudicare dai cittadini, saranno gli elettori a giudicare non solo Maria Elena Boschi ma tutti noi. Questa discussione per noi non esiste. Saranno gli elettori a decidere se Boschi debba essere riportata in Parlamento oppure no”.