Avete deciso di sposarvi in una cornice prestigiosa? Siete stanchi dei soliti posti, da affittare? Volete che il giorno del vostro matrimonio si trasformi in una favola con tanto di palazzo reale? Non è più un sogno, almeno per i più fortunati. Nulla è impossibile, se oltre ad avere una cospicua disponibilità economica potete contare anche sulle amicizie giuste. Finalmente anche la Reggia di Caserta è a vostra disposizione. Il dado è tratto. La porta aperta. Il primo matrimonio è andato in scena.
Mauro Felicori, deus ex machina della Reggia di Caserta, prova a spiegare le critiche, dopo. Per lui non esiste nessun sacrilegio. Non capisce proprio perché più di qualcuno s’indigni. D’altra parte, perché farlo? Il matrimonio si è svolto al di fuori dell’orario di visita. Dunque non ci sarebbe neppure il “pretesto” dell’interruzione, seppur parziale, del servizio.
Eppure, le foto della preparazione dell’evento, poi i video della cerimonia, che Francesca Nardi ha pubblicato su Appia polis, una seppur fugace riflessione dovrebbero suggerila. Il Vestibolo, la sala Romanelli e la sala Gloria addobbati per le feste. Prima fiori e tralicci dentro, camion e scale fuori. Poi gli invitati dentro e le loro macchine fuori.
Sono stati in molti a complimentarsi con il direttore. “Bravo!”, “Magnifica iniziativa”, “E’ un saggio impiego degli spazi vuoti che così contribuiscono a rimpinguare le scarse finanze”, “State facendo un ottimo lavoro avete portato la reggia in alto. Avanti così”, “Finalmente un direttore fuori dagli schemi imposti da cosa,da chi? Complimenti direttore, io ci farei anche un grande hotel reale,lei è quello che questo gran bene culturale si merita”.
A questo punto il problema non è neppure l’utilizzo di un bene pubblico per un evento privato, anche se in orario non di visita. Pur dovendo sottolineare come le scale appoggiate alle facciate per portare i materiali per la festa ai piani superiori e i camion parcheggiati sotto gli edifici, durante il normale orario di visita, non siano propriamente un buon servizio per i visitatori. Pur dovendo notare come musica per il post-cerimonia e tralicci sistemati negli spazi preposti all’evento non siano il massimo per preservare un luogo di così grande pregio, ma anche di tale fragilità. Tutte eccezioni di poco conto per Felicori e i sostenitori dell’utilizzo del bene a pagamento. Tutti rilievi preconcetti.
Anche perché l’affitto ha portato risorse. La cifra sborsata dagli sposi potrà essere riutilizzata per la manutenzione. Sarà. Probabilmente accadrà così. Perché dubitarne? Ma anche in questo caso, volendo tralasciare la questione della liceità o meno degli spazi, il problema è un altro. Un problema di necessaria trasparenza. Già, perché, nonostante la Reggia abbia un regolamento sugli affitti, esso non si trova sul portale online del sito. E’ necessario ricercarlo in rete. Se si è deciso che la Reggia debba essere una location, la si renda tale chiaramente. Come accade per altri luoghi della cultura.
Felicori ha finora goduto del sostegno dell’ex premier Matteo Renzi. Sostegno incondizionato e ribadito anche recentemente. Senza contare che ad aprile 2017 Renzi ha chiuso la campagna per le primarie a Caserta, e la Reggia è stata una tappa del suo tour in città. Immaginare che l’ambizione del direttore possa trovare soddisfazione in una candidatura politica può non essere sbagliato. Qualche cenno alla questione è stato fatto, nelle ultime settimane. Ma non c’è alcuna certezza.
Non sono in pochi a sperare che il direttore intraprenda la carriera politica. Non solo tra i suoi sostenitori. La possibilità che lo spostamento a Montecitorio significhi dover abdicare al ruolo ricoperto alla Reggia è solo un’opzione, per ora. D’altra parte, i faticosi lavori parlamentari mal si concilierebbero con le molteplici attività da svolgere alla Reggia. A questo punto non rimane che sperare che la politica lo chiami.