Il processo era ritornato in appello dopo una decisione della Cassazione. Oggi i giudici della III sezione della corte d’appello di Milano hanno assolto gli ex vertici di Finmeccanica (ora Leonardo) e Agusta Westland, Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini “perché non vi è prova sufficiente”. Orsi e Spagnolini erano accusati di corruzione internazionale e false fatturazioni in relazione al presunto pagamento di una tangente a pubblici ufficiali indiani per ottenere una commessa da 556 milioni di euro per 12 elicotteri nel paese asiatico.
In primo grado Orsi e Spagnolini erano stati assolti dal tribunale di Busto Arsizio dall’accusa di corruzione e condannati solo per le false fatture. Nel processo di appello invece, chiuso nell’aprile 2016, i due manager erano stato condannati per entrambi i reati: Orsi a 4 anni e 6 mesi e Spagnolini a 4 anni. La Suprema Corte, invece, aveva disposto un nuovo processo d’appello. La procura generale aveva di recente chiesto la conferma delle condanne, tenendo conto però della prescrizione dell’annualità 2008 in merito alla contestazione di false fatture. I giudici, invece, hanno dato ragione alle difese degli imputati che avevano chiesto l’assoluzione. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni.
La corruzione, per la procura di Milano, si è consumata dal 2005 al 2010, anno – a dire dell’accusa – dell’ultimo pagamento. Il 12 febbraio 2013 Orsi era stato anche arrestato. E in quell’ordinanza il giudice per le indagini preliminari sosteneva che la “filosofia aziendale” delle tangenti come “fattore naturale” degli affari del gruppo. Stando alle contestazioni, Orsi e Spagnolini, che si sono succeduti nella carica di amministratore delegato di Agusta Westland, avrebbero corrotto – attraverso degli intermediari – Sashi Tyagi, l’allora capo di stato maggiore dell’aeronautica militare indiana, per ottenere l’abbassamento della quota di volo indicata nel bando di gara, solo con quella modifica Agusta Westland avrebbe vinto la gara. Nel processo erano sono costituite parti civile il governo indiano e l’Agenzia delle Entrare. Ma i giudici dell’appello non hanno accolto.
“Questo processo chiude una vicenda che sin dalle prime battute doveva essere chiara anche agli investigatori: non esiste alcun accordo corruttivo, non vi è prova alcuna che il denaro sia pervenuto al maresciallo Tyagi” (ex capo dell’Aeronautica militare indiana) dice l’avvocato e professore Ennio Amodio, che difende Giuseppe Orsi. Oggi è stato assolto anche l’ex ad di AgustaWestland Bruno Spagnolini, che venne arrestato, così come Orsi, nel 2013 e che uscendo dall’aula, a chi gli ha fatto presente che l’assoluzione dalle accuse di corruzione internazionale e frode fiscale, arriva dopo 5 anni, ha detto: “Con tutto il danno che è stato fatto all’azienda, il danno fatto a noi conta meno“. In aula era presente anche Orsi che con i legali ha manifestato la sua soddisfazione per l’assoluzione. “Non si è mai dimostrato – ha aggiunto il legale Amodio – che i funzionari indiani abbiano in qualche modo interferito nella gara. Si riafferma così – ha aggiunto – che quella fornitura altro non è stata che la manifestazione di un successo dell’industria elicotterista italiana che aveva offerto all’India una delle sue macchine di maggiore efficienza, tanto da essere acquisita anche dall’amministrazione statunitense per i viaggi del presidente Obama”.