In particolare, risulta "violata la regola del preavviso di 15 giorni e il mancato tentativo di conciliazione presso il Ministero". Cortei a Milano e Roma, dove i sindacati hanno organizzato un sit-in davanti al Ministero dell'Istruzione
L’Autorità garante per gli scioperi ha dichiarato “non conforme alla legge” lo sciopero della scuola indetto lunedì 8 gennaio dai Cobas. In particolare, risulta “violata la regola del preavviso di 15 giorni e il mancato tentativo di conciliazione presso il Ministero, trattandosi di motivazioni diverse da quelle avanzate dalla sigla Saese, che per prima ha proclamato lo sciopero”. Il Garante precisa anche di aver già “segnalato la questione in due occasioni a tale organizzazione sindacale il 28 dicembre ed il 3 gennaio”. “Pertanto – scrive in una nota l’Autorità di garanzia per gli scioperi – nel corso della prossima seduta, l’Autorità valuterà l’apertura del procedimento, per l’irrogazione delle relative sanzioni“.
Le “motivazioni diverse da quelle della sigla Saese” a cui fa riferimento l’Autorità garante sono le critiche alla sentenza del Consiglio di Stato che ha escluso dalle graduatorie a esaurimento chi ha conseguito il diploma magistrale entro l’anno scolastico 2001/2002. Gli effetti di questa sentenza riguardano 43.000 docenti non ancora in cattedra con un posto “fisso”: questo il numero dei diplomati magistrali iscritti nella Gae a seguito dei ricorsi fatti dinanzi al tribunale amministrativo. Oltre a loro, ci sono 6000 persone che rischiano di perdere il loro posto di ruolo ottenuto pur con riserva non essendo destinatari di sentenze passate in giudicato.
Lo sciopero dell’8 gennaio ha riguardato le scuole primarie e dell’infanzia di tutta Italia: a Torino ha scioperato una maestra su due, a Milano gli insegnanti in corteo hanno bloccato il traffico. A Roma un corteo di protesta si è radunato davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere: “No ai licenziamenti di massa”, chiedono le maestre, preoccupate di una possibile fine del loro contratto: “Abilitate quando serve, licenziate quando conviene”, ribadiscono a più voci. Mentre la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha risposto a chi chiede un concorso ad hoc (video):