“Quando un’amministrazione comunale viene presieduta da un uomo di ‘ndrangheta, il baratro è vicino”. Senza dubbio, le collusioni tra le cosche del crotonese e la politica locale rappresentano l’aspetto più inquietante dell’inchiesta “Stige” che ha portato stamattina, martedì 9 gennaio, all’arresto di 170 persone tra la Calabria e la Germania. Parlando con i giornalisti, il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Luberto ha lanciato l’allarma: “Da calabrese dico: facciamo attenzione perché stiamo rischiando una fortissima compressione di quella che è la nostra libertà di voto. Cerchiamo di reagire”. “ Il rapporto mafia-politica è cambiato. La ‘ndrangheta ha messo i suoi uomini, funzionali all’organizzazione criminale – ha aggiunto il procuratore Nicola Gratteri – Più volte abbiamo documentato come i politici che cercano i capimafia per avere i pacchetti di voti. Oggi siamo ancora a un passo ulteriore: uomini interni all’organizzazione gestiscono in modo diretto la cosa pubblica. La prossima volta cerchiamo di capire se il voto è libero dopo quest’indagine”