Tutto rinviato a dopo le elezioni. Il Tar di Lecce ha rimandato al prossimo 6 marzo, dunque a due giorni dalle politiche, l’udienza sui ricorsi del Comune di Taranto e della Regione Puglia contro il decreto del governo che comprende il piano ambientale per la nuova Ilva. Ricorsi che nelle scorse settimane hanno scatenato un’escalation di accuse tra il governatore Michele Emiliano e il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. I giudici della terza sezione del Tar pugliese (presidente Enrico D’Arpe), dopo aver constatato che Comune e Regione avevano rinunciato alla richiesta di sospensiva del Dpcm, hanno esaminato l’istanza presentata dalla difesa del siderurgico commissariato. Che contesta la competenza territoriale della sezione leccese del Tar e ha chiesto che il procedimento venga discusso dal Tar del Lazio. Decisione che verrà presa appunto il prossimo 6 di marzo.
Intanto Emiliano continua a sostenere che il titolare dello Sviluppo “ha finalmente compreso che occorre lavorare per integrare il Dpcm che detta le condizioni di acquisto e di funzionamento della fabbrica negli anni a venire”. Parlando al Consiglio Regionale a Bari, Emiliano ha spiegato che il governo ha inviato alla Regione una bozza di protocollo d’intesa “sulla quale, ovviamente, stiamo intensamente lavorando”. Una volta definito il testo complessivo, il presidente ha definito “davvero opportuno” che “il Consiglio regionale poi si esprima e integri questa bozza sulla quale preventivamente il governo regionale e il governo nazionale si stanno impegnando”.
Il Consiglio ha poi accolto la richiesta di rinviare la votazione di tutti ordini del giorno sull’Ilva. Quello di Sinistra Italiana, al pari di quello presentato da Forza Italia, era diretto a chiedere il ritiro del ricorso al Tar, mentre quello del Movimento 5 Stelle chiedeva la chiusura dello stabilimento durante i wind days.