Sarà processato per abuso d’ufficio davanti all’ottava sezione del tribunale di Roma. Arriva il rinvio a giudizio per Raffaele Marra, l’ex braccio destro della sindaca di Roma, Virginia Raggi. Il funzionario comunale è finito alla sbarra per la vicenda della promozione del fratello Renato da vice comandante della polizia municipale a capo del Dipartimento turismo. All’epoca Raffaele Marra era a capo del personale del Campidoglio. Il processo inizierà il prossimo 20 aprile ma il comune non sarà rappresentato in aula. Il Campidoglio, infatti, non si è costituito parte civile. Marra è coinvolto anche in un altro procedimento per corruzione in concorso con il costruttore Sergio Scarpellini in relazione alla compravendita di un appartamento. Un’inchiesta che aveva portato all’arresto dell’ex finanziere nel dicembre del 2016.
È sempre per la vicenda della nomina del fratello di Marra, invece, che anche la sindaca Raggi è finita sotto inchiesta. La prima cittadina, accusata di falso, ha chiesto il giudizio immediato e per lei il processo è stato fissato al prossimo 21 giugno davanti al giudice monocratico. Una decisione che ha scatenato le polemica sul fronte politico: il processo a Raggi, infatti, comincerà tre mesi dopo le elezioni del 4 marzo prossimo. “Desidero che sia accertata quanto prima la verità giuridica dei fatti perché certa della mia innocenza“, ha scritto la sindaca su Facebook. “La Raggi voleva evitare di finire a giudizio durante la campagna elettorale. Ci è riuscita salvare la faccia prima delle elezioni: interessava solo questo ai Grillini. Inappuntabile dal punto di vista formale ma da quello politico è il riconoscimento del fatto che ai ha paura del risultato. Altrimenti perché non provare a chiudere la vicenda in udienza preliminare? O chiedere ulteriori prove dopo la conclusione delle indagini?”, è l’attacco del Partito democratico.
La richiesta era arrivata il 3 gennaio, a pochi giorni dall’udienza preliminare del 9 quando la sindaca sarebbe dovuta comparire davanti al gup: la procura infatti il 28 settembre scorso aveva chiesto per lei il rinvio a giudizio con l’accusa di falso. Secondo l’accusa, in particolare, la sindaca avrebbe mentito all’Anticorruzione del Comune sulla nomina.