Bocciati gli emendamenti del M5s che avrebbero impedito alle trasmissioni di "Porta e Porta" e "Che tempo che fa" di ospitare esponenti politici durante l’ultimo periodo a ridosso del voto. In sostanza il testo approvato consente ad entrambi i conduttori di ospitare candidati nel rispetto della par condicio
Bruno Vespa e Fabio Fazio, anche se pagati dalla Rai come artisti per aggirare il tetto dei compensi, potranno intervistare i politici durante la campagna elettorale. La commissione di Vigilanza, nonostante le polemiche, ha approvato la delibera sulla par condicio che scatta dall’indizione dei comizi elettorali, cessa alla fine dell’ultimo giorno del voto e stabilisce le norme a cui la Rai deve attenersi in materia di comunicazione politica e informazione. Sono stati bocciati gli emendamenti del M5s che avrebbero impedito alle trasmissioni di Vespa e Fazio di ospitare esponenti politici durante l’ultimo periodo della campagna elettorale. In sostanza il testo approvato consente ad entrambi di intervistare politici nel rispetto della par condicio.
Il Movimento 5 Stelle ha presentato quattro emendamenti con le regole relative ai programmi di infotainment in campagna elettorale. Il primo mirava ad escludere i programmi “che trattino i temi dell’attualità politica ma siano ibridati con i canoni dell’intrattenimento”; il secondo i programmi a “contenuto anche informativo i cui conduttori svolgano prestazioni di natura artistica” (come Vespa e Fazio, ndr); il quarto prevedeva che “i programmi a contenuto anche informativo i cui conduttori svolgano prestazioni di natura artistica sono condotti da giornalisti della medesima testata” in campagna elettorale. Il terzo è stato definito dalla deputata M5s Dalila Nesci, che lo ha presentato, “una mediazione” per venire incontro alle posizioni della maggioranza. Avrebbe comportato l’esclusione dei programmi “a contenuto anche informativo i cui conduttori non siano attualmente iscritti all’ordine dei giornalisti”. In caso di approvazione, Porta a Porta sarebbe stato ‘salvato’, perché Vespa è iscritto all’ordine dei giornalisti, mentre Che tempo che fa non avrebbe potuto ospitare politici: Fazio, infatti, si è cancellato dall’albo dei pubblicisti nel gennaio 2016, dopo le polemiche per la sua presenza in uno spot della Tim.
“Sarebbe molto incoerente con le posizioni da voi assunte in passato non votare almeno questo ultimo emendamento”, ha detto Nesci rivolgendosi agli altri partiti. “E’ una questione seria che viene affrontata però in maniera improvvisa – ha replicato Maurizio Gasparri di Forza Italia, annunciando la sua non partecipazione al voto – ed avrebbe ricadute su alcuni conduttori, come Fazio, che si cancellò dall’ordine per fare la pubblicità. E’ un tema giusto che non va deciso in questo momento”. La Commissione ha dunque dato il via libera al regolamento, con alcuni ritocchi rispetto alla bozza messa a punto dal relatore di maggioranza Francesco Verducci del Pd e di minoranza Mirella Liuzzi del M5S. In giornata Agcom metterà a punto l’analogo regolamento valido per le tv private.