Toscana Aeroporti esulta per l’approvazione da parte del governo della valutazione d’impatto ambientale del Masterplan dell’aeroporto di Firenze. La società presieduta da Marco Carrai ha comprato intere pagine dei quotidiani nazionali per spiegare come si svilupperà l’aeroporto Amerigo Vespucci. Ma è ancora in corso il braccio di ferro con i comitati contro la costruzione del nuovo aeroporto. Il coordinamento delle associazioni ha inviato una diffida al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: la conferenza dei servizi non si deve fare. Un’iniziativa che cade peraltro in un periodo particolare poiché il governo è nei pieni poteri ma sta per avvicinarsi al termine del proprio mandato con le elezioni del 4 marzo. “Toscana Aeroporti pensa di avere le carte in mano per aprire il cantieri anche domani – dice il presidente del coordinamento Gianfranco Ciulli – Ma non c’è ancora l’ultima parola”.
Tra i motivi elencati nella diffida inviata a Delrio c’è anche la non ottemperanza delle prescrizioni ambientali contenute in un precedento decreto di via del 2003, contro il quale l’allora società Aeroporto di Firenze fece ricorso, poi respinto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: l’esito, però, è rimasto in un cassetto del ministero dell’Ambiente per cinque anni. Soprattutto quelle prescrizioni non furono mai prese in considerazione dalla società. Il risultato, però, spiegano i comitati, è che tutto questo è stato basilare per costruire la palazzina dell’Enav, l’hangar Meridiana, la stazione della Polaria e la torre di controllo. L’Arpat, tra l’altro, riconosce la realizzazione degli interventi secondo le norme per la sicurezza dei voli, ma sottolinea la mancata realizzazione della pista di rullaggio ad est della pista principale, condizione necessaria per l’incremento del traffico aereo, che invece si è poi verificato. Tra le prescrizioni ambientali non ottemperate decise 15 anni fa e non ottemperate, anche l’aumento delle stazioni di rilevamento ambientale il cui numero è stato anzi ridotto. “E i nostri tentativi di avere accesso agli atti della commissione aeroportuale del rumore per la verifica dell’impatto acustico – dice Gianfranco Ciulli, presidente del coordinamento dei comitati – sono stati puntualmente disattesi e osteggiati“.
Tra le altre obiezioni la mancanza di un piano di rischio a cura dei Comuni, previsto dal Regolamento per la costruzione degli aeroporti di Enac. Gli stessi Comuni interessati inoltre non sono stati chiamati a far parte dell’Osservatorio ambientale, anzi il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti li ha esonerati. Penalizza anche l’assenza di un piano per l’utilizzo delle terre scavate, come è stato obbligatoriamente richiesto per l’aeroporto di Salerno, piano rimandato a Firenze ad un secondo momento. Si tratta di un dato mancante che rende parziale la valutazione ambientale. Infine le valutazioni di sicurezza del volo affidate a tre università (e accolte dal governo) quando è invece l’Enac l’unico soggetto titolato per certe verifiche.
Da Toscana Aeroporti non si dicono preoccupati e tirano dritto. “In questa fase noi siamo in secondo piano e non entriamo in dialettica – dice la società – la questione è tra il ministero, i comitati ed Enac, infatti i comitati diffidano Delrio non noi. C’è un decreto del Ministero: noi facciamo quello che dice il ministero se dice altro ne prenderemo atto. Il soggetto proponente è Enac noi siamo semplici concessionari che attuano investimenti che Enac richiede. Loro contestano il parere della commissione di valutazione di impatto ambientale, noi stiamo cercando quanto più possibile di seguire quello che prevede la normativa e ricordiamo che siamo una società quotata in Borsa che a maggior ragione non può agire in modo non trasparente. I comitati portano giustamente delle posizioni ma non sono istituzioni con cui doversi confrontare per legge. Questa sarà una delle prime lettere tra mille, ma se una commissione rilascia un parere e un ministero un decreto, sicuramente qualche ufficio legale avrà fatto le sue verifiche”.