Scontro tra Campidoglio e governo sulla nomina del nuovo commissario straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale dopo le dimissioni di Silvia Scozzese. L’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti su Facebook scrive di essere stato escluso dalla riunione convocata sul tema a Palazzo Chigi e accusa l’esecutivo di voler “procedere alla nomina di un nuovo commissario, senza alcun dialogo con l’Amministrazione capitolina e senza rinviare la scelta al prossimo esecutivo pienamente legittimato dal voto popolare”. “Noi avevamo chiesto”, ricorda, “di nominare il sindaco commissario per portare avanti un’operazione verità – prosegue – sbloccare i fondi che imprese e creditori attendono da anni e rinegoziare i mutui contratti con le banche a interessi altissimi”. Lo scorso anno il debito pregresso (pre 2008) ammontava ancora a circa 12 miliardi ma non tutti i creditori, paradossalmente, risultavano noti.

Che il governo intenda procedere in autonomia è “emerso da una riunione convocata a Palazzo Chigi dal segretario generale della presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla quale sono stato escluso con il pretesto che si trattasse di un incontro tecnico interdetto a esponenti politici”, scrive l’ex assessore del Comune di Livorno. “In rappresentanza di Roma Capitale era presente il direttore generale, a cui sono state chiaramente riferite le intenzioni del Governo”. “Intenzioni inaccettabili – per Lemmetti – se consideriamo che, mentre continuano i giochi politici sulle spalle e sulle tasche dei romani, è sostanzialmente fermo il piano di rientro che dovrebbe consentire di pagare a cittadini e imprese quanto loro dovuto: tanto è vero che la gestione commissariale dispone di una liquidità di diverse centinaia di milioni di euro mai erogate a fornitori e istituti di credito. Non bastasse, di recente il Comune è stato costretto ad anticipare i fondi per onorare le rate dei mutui in scadenza nei confronti delle banche creditrici”.

“Vogliamo che tutti sappiano come si è creato quel deficit mostruoso che non ha precedenti in Italia”, è la conclusione. “Il Governo, invece, vuole evidentemente proseguire con una gestione opaca e tenendo all’oscuro i cittadini su come vengano impiegati i loro soldi” e per questo “impedisce che si proceda a un audit sul debito e a una rapida definizione delle modalità per ripianarlo, per chiudere il commissariamento entro l’anno come da noi auspicato”.

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