Renzi ci riprova e chiede agli avversari un confronto televisivo, con tanto di coperture certificate sulle promesse elettorali. E siccome il suo Pd è costretto a rincorrere sia il centrodestra che il M5s, ormai primo partito, aggiunge una provocazione sperando che qualcuno ci caschi: “Berlusconi ci sarà, Di Maio inventerà un’altra scusa”. E invece Luigi Di Maio si dice pronto. A Milano per lanciare l’iniziativa “leggi da abolire” (leggidaabolire.it) su semplificazione e sburocratizzazione, il candidato premier si dice disponibile. Ma solo con i suoi pari: “Con i candidati premier… vedremo quali sono”. Berlusconi a parte, che presidente ormai lo è per una naturale condizione dell’animo, il candidato premier del Pd è certamente il suo segretario Matteo Renzi. Sempre che valga quanto scritto nello statuto del partito, e che valga anche per Di Maio
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