Dopo le prime informazioni, la smentita sul fermo dell'uomo. Il procuratore: "Siamo in una fase ancora delicata dell’indagine, stiamo valutando con attenzione il contesto anche raccogliendo altre testimonianze"
Trovata morta con segni di botte e lividi dopo che il compagno ha chiamato i soccorsi. Sara Pasqual, 45 anni e originaria del Biellese, ha perso la vita nella sua casa a Sozzago (Novara) dove viveva con Gabriele Luccherini, 46enne di Cerano. L’uomo è stato sentito come persona informata sui fatti in qualità di testimone. Secondo le prime ricostruzioni era stato fermato con l’accusa di essere lui l’assassino, informazione poi smentita in serata. “L’uomo è ancora sotto interrogatorio e non risultano denunce nei suoi confronti da parte della vittima”, ha detto all’agenzia Ansa il procuratore di Novara, Marilinda Mineccia. I carabinieri erano però intervenuti più volte nell’abitazione della coppia per le violenze dell’uomo sulla vittima. A suo carico, inoltre, ci sono precedenti per resistenza a pubblico ufficiale. “Siamo in una fase ancora delicata dell’indagine, stiamo valutando con attenzione il contesto anche raccogliendo altre testimonianze”.
La donna, a quanto si è appreso, è stata trovata accasciata in una stanza dell’abitazione proprio dal convivente che avrebbe raccontato di averla trovata questa mattina, dopo che ieri sera, a seguito di un litigio per contrasti di coppia, avrebbero dormito in due camere separate. Secondo le prime ricostruzioni, i due, con problemi di alcol, avevano trascorso la notte in camere separate. Sempre stando al racconto dell’uomo, avrebbe chiamato i genitori che, giunti sul posto avrebbero allertato il 118 ma i sanitari una volta arrivati nell’appartamento non hanno potuto far altro che constare il decesso della donna.
Ancora da stabilire le esatte cause della morte. Il corpo della vittima a un primo esame presenta tumefazioni ed ecchimosi che farebbero pensare ad una aggressione ma non ferite provocate da qualche tipo di arma. I militari stanno sentendo diverse persone, sia appartenenti al nucleo familiare, sia vicini di casa, per ricostruire gli esatti contorni della vicenda. A quanto risulta al momento non risulta alcun provvedimento di fermo. Dopo il delitto, Luccherini ha atteso i carabinieri e li ha seguiti in caserma senza opporre resistenza. L’uomo aveva più volte avuto a che fare con la giustizia: nel 2013 era stato arrestato su denuncia della madre, che non ne poteva più delle violenze del figlio. Era stato condannato a tre mesi, pena sospesa, per aver aggredito i carabinieri che lo stavano arrestando.
*aggiornato da redazione web il 10/01/2017