Cronaca

Papa Francesco commissaria ‘Società di vita cristiana’: gestione economica nel mirino. Il fondatore accusato di pedofilia

Creata nel 1971 in Perù dal laico peruviano Luis Fernando Figari, l'organizzazione è composta da appena 238 membri, dei quali 23 sacerdoti, ma negli ultimi decenni ha conquistato un potere enorme. "Il Papa ha mostrato di essere particolarmente attento alla gravità delle informazioni che riguardano il regime interno", si legge nel comunicato del Vaticano

Pedofilia e soldi alla base del nuovo scandalo che ha colpito un ordine religioso. Papa Francesco ha, infatti, commissariato la Società di vita apostolica Sodalizio di vita cristiana dopo le pesanti accuse di abusi sessuali su minori rivolte al fondatore, il laico peruviano Luis Fernando Figari. Un personaggio controverso, per usare un eufemismo, che dal 2010, a seguito dei numerosi e gravi scandali di cui si è reso protagonista, ha lasciato l’America latina e si è rifugiato a Roma. Figari quasi mezzo secolo fa, nel 1971, ha fondato in Perù il Sodalizio di vita cristiana la cui approvazione, però, è arrivata solo nel 1997 da parte di san Giovanni Paolo II.

Si tratta di un’organizzazione composta da appena 238 membri, dei quali 23 sacerdoti, con 32 case e il quartier generale a Lima che, almeno da quanto si legge negli statuti, hanno come punto di riferimento la dottrina sociale della Chiesa e si dedicano particolarmente all’apostolato fra i giovani, alla solidarietà con i poveri, all’evangelizzazione della cultura e alla promozione della famiglia. Ciò almeno in teoria, perché stando ai fatti gli scandali non sono mai mancati a iniziare da quelli del fondatore. Pedro Salinas, ex membro del Sodalizio, ha raccontato che “Figari ammirava l’oratoria di Hitler e Mussolini. Era ispirato dalle marce naziste e aveva una fascinazione per la Gioventù hitleriana. Il Sodalizio era un’organizzazione religiosa assolutamente totalitaria, nella quale il potere era detenuto da una sola persona: Luis Fernando Figari”.

Nel 2010, dopo che erano emersi i primi racconti di abusi sessuali commessi su ex membri dell’organizzazione all’epoca dei fatti minorenni, il Sodalizio decise di esiliare il suo fondatore lontano dal Perù inviandolo a Roma. Non fu immediata, però, l’ammissione degli atti di pedofilia commessi non solo dal fondatore del movimento, ma, come raccontarono diverse vittime, anche da altri membri del Sodalizio. Cinque anni dopo, nel 2015, dopo un’indagine interna voluta dalla Santa Sede, le accuse di abusi sessuali contro Figari e altri esponenti religiosi del suo movimento furono ritenute plausibili. Il nuovo leader del Sodalizio, Alessandro Moroni, pubblicò un video su YouTube nel quale si scusava con le vittime che non avevano ricevuto fino a quel momento una risposta soddisfacente. “Dopo le testimonianze ricevute – affermò Moroni in quella dichiarazione – consideriamo Luis Fernando Figari colpevole delle accuse di abusi che gli sono state rivolte e lo dichiariamo persona non gradita nella nostra organizzazione e condanniamo totalmente il suo comportamento”.

Seppure con un numero di seguaci abbastanza esiguo, il movimento, che di fatto poco o nulla ha di cattolico, negli ultimi decenni in Perù ha acquistato un potere enorme. Non è casuale, infatti, che il Papa, proprio alla vigilia del viaggio in Cile e Perù in programma dal 15 al 22 gennaio prossimi, ha voluto nominare come commissario del Sodalizio il vescovo colombiano Noel Antonio Londoño Buitrago. Il cardinale di Newark, negli Stati Uniti, Joseph William Tobin, continua a essere, invece, il referente della Congregazione per i religiosi riguardo alle questioni economiche del Sodalizio.

“Il Santo Padre Francesco – si legge in un comunicato vaticano – ha seguito con preoccupazione tutte le informazioni che, da diversi anni, arrivano alla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica sulla situazione del Sodalizio di vita cristiana. Il Papa ha mostrato di essere particolarmente attento alla gravità delle informazioni che riguardano il regime interno, la formazione e la gestione economico-finanziaria, motivo per il quale ha chiesto con insistenza al dicastero un’attenzione particolare. A ciò si sono sommate recentemente le serie misure adottate dall’autorità giudiziaria peruviana nei confronti del signor Luis Fernando Figari. Dopo una approfondita analisi di tutta la documentazione, il dicastero ha promulgato il decreto di commissariamento”.

Non è la prima volta, in tempi recenti, che la Santa Sede è costretta a commissariare un ordine religioso. Negli ultimi anni, infatti, ha destato grande scandalo ciò che è avvenuto con i Legionari di Cristo, la congregazione religiosa nella Chiesa cattolica che ancora oggi ha il maggior numero di vocazioni al mondo. Il suo fondatore, padre Marcial Maciel Degollado, ha condotto una vita che Benedetto XVI non esitò a definire “immorale”. Al momento della sua morte aveva almeno cinque identità diverse. Numerosi erano stati le sue amanti e i suoi figli, così come i seminaristi che avevano subito i suoi abusi sessuali. Ratzinger fu sul punto di sciogliere i Legionari, ma poi si convinse a commissariarli con il cardinale Velasio De Paolis. Dopo un lavoro lungo e difficile durato diversi anni per riportare la normalità, pochi mesi fa l’ex rettore del seminario romano dei Legionari, padre Oscar Turrion, si è dovuto dimettere ammettendo di avere una relazione e due figli.

Sul versante finanziario, invece, ha destato uno scandalo enorme il crac dei Frati minori. All’origine della bancarotta ci sono stati investimenti sbagliati in società legate a traffici illeciti, come quelli di droga e di armi. Ma anche i lavori di ristrutturazione dell’hotel e ristorante di lusso Il Cantico, a Roma, a due passi dalla Basilica di San Pietro e da Casa Santa Marta, la residenza di Francesco. In questo caso, però, la Santa Sede preferì non commissariare l’ordine religioso ma fu scelta la soluzione, messa in atto direttamente dal ministro generale dei Frati minori, padre Michael Perry, di chiedere l’intervento delle autorità civili per punire i colpevoli.

Twitter: @FrancescoGrana