Criticato, deriso, umiliato e in poco tempo diventato anche paradigma del nostro paese. Ma l’abete rosso della Val di Fiemme – battezzato Spelacchio – alla fine ha conquistato un posto nel cuore dei romani che mai nessun suo simile aveva trovato finora. Ieri era iniziata la sua rimozione, ma poi è stata interrotta e gli operatori hanno rimontato i ponteggi per risistemare le luminarie al loro posto, perché il Comune di Roma non avrebbe autorizzato la rimozione né degli addobbi né dell’albero. Tutto rimandato a giovedì sera, quando l’albero dei boschi del Trentino verrà rimosso e tagliato in blocchi. Uno rimarrà nella sua città adottiva, Roma, per una realizzazione artistica, gli altri saranno inviati in Val di Fiemme, dove, opportunamente lavorati, verranno trasformati in gadget ricordo e in una Baby little Home, confortevole casetta in legno per consentire alle mamme di accudire i propri bambini con fasciatoio, poltrona per l’allattamento e tavolino da gioco per i piccoli. Come avverrà per altri alberi – più in forma di lui – di altre città. 

“Con il passare dei giorni Spelacchio si è conquistato la simpatia e l’affetto della stragrande maggioranza delle persone. Ora avrà una nuova vita. Vogliamo fare di questa star internazionale un esempio concreto di riuso creativo, perché tutto può tornare a nuova vita”, ha dichiarato la sindaca Virginia Raggi. “Non limitiamoci a fare di Spelacchio solo il simbolo delle feste, facciamo di più, eleviamolo a simbolo di un’economia circolare sempre più necessaria per il futuro di Roma e delle nuove generazioni”, aggiunge l’assessora alla Sostenibilità ambientale di Roma Capitale Pinuccia Montanari. Per l’addio – quello vero – non ci sarà nessuna festa come qualcuno ipotizzava, almeno non ufficialmente: probabilmente non mancherà chi vorrà dire addio a Spelacchio prima che lasci il suo posto al centro di piazza Venezia, dove è stato preso in giro ma anche fotografato, vezzeggiato, coccolato da cittadini e turisti che, richiamati dalla pubblicità, sono accorsi per vederlo e lasciare sui suoi rami spogli la propria letterina a Babbo Natale. “Ciao Spelacchio, sei diventato l’ottavo re di Roma”, ha scritto qualcuno su un fogliettino lasciato su un ramo dell’abete in verità bruttino, ma la cui storia ha fatto rapidamente il giro del mondo, tanto da arrivare sulle pagine di diversi quotidiani internazionali. Anche sui social Spelacchio è diventato una star: oltre cinquemila fans per la sua pagina Facebook, più di seimila su Twitter e migliaia di risposte. Niente male per un albero dichiarato già morto prima di Natale.

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