In un'intervista in esclusiva per ilfattoquotidiano.it, il regista della pellicola vincitrice ai Golden Globe spiega perché la scelta dell'attrice protagonista sia caduta su Frances McDormand: "Ero sicuro che avrebbe potuto interpretare l'oscurità della protagonista con destrezza e umorismo"
Ha stravinto ai Golden Globes e ora Tre Manifesti a Ebbing, Missouri arriva nelle sale italiane. La pellicola, che debutta nei cinema l’11 gennaio, è diretta e scritta dal Premio Oscar Martin McDonagh (In Bruges, Seven Psychopaths) che per questa singolare black comedy ha voluto come protagonista Frances McDormand – pluripremiata attrice statunitense –, nei panni dell’ormai iconica Mildred Hayes, una madre dal discutibile temperamento alla ricerca dell’assassino che ha messo fine in modo tragico all’esistenza della figlia. Con l’obiettivo di riportare a galla il caso di omicidio, la donna commissiona la realizzazione di tre manifesti pubblicitari contenti un messaggio diretto a William Willoughby (Woody Harrelson), il venerato capo della polizia della città che coinvolgerà nelle indagini il suo secondo Dixon (Sam Rockwell).
“La storia che ho voluto raccontare è quella di una guerra tra due persone che sono entrambe, in una certa misura, nella parte giusta – ha spiegato McDonagh (sotto una clip in esclusiva dell’intervista) -, ed è per questo che si attiva tensione e drammaticità. Quale direzione segui quando sei bloccato tra perdita e rabbia? Cosa fai, di costruttivo o distruttivo, per scuotere le cose? Mi è sembrato interessante indagare su ciò che accade quando la vita ci mette di fronte a situazioni senza speranza, ma che ci invitano ancora a sperare. Questo è anche il motivo che differenzia il mio film dagli altri polizieschi, mi sono domandato: ‘cosa succede se non c’è soluzione a questo crimine?’”. Il regista e sceneggiatore britannico ha svelato di aver scritto il personaggio di Mildred proprio per la McDormand: “Era lei l’attrice che possedeva tutte le caratteristiche della mia protagonista. Doveva essere in contatto con la classe lavoratrice, avere una sensibilità rurale. Ero sicuro che avrebbe potuto interpretare la sua oscurità con destrezza e umorismo”.
Il film, distribuito da 20th Century Fox, è già vincitore di rilevanti riconoscimenti cinematografici – tra cui il premio miglior sceneggiatura alla 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il premio del pubblico al San Sebastián International Film Festival 2017 e al Toronto Film Festival 2017 – ed ha fatto il pieno di nomination ai Golden Globes (Miglior film drammatico, Miglior regista, Miglior sceneggiatura, Migliore attrice in un film drammatico e ai due protagonisti maschili quella al Migliore attore non protagonista); quattro invece le candidature ottenute ai SAG – Screen Actors Guild Awards, tra cui anche quella ambita al Miglior cast cinematografico.
Tre manifesti a Ebbing, Missouri è stato inoltre designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) grazie alla capacità di Martin McDonagh di mescolare e stratificare “influenze che partono dagli archetipi della tragedia greca e arrivano al noir postmoderno, passando per gli stilemi del western e quelli della commedia nera, senza mai farsi derivativo” e per la capacità di essere “un film di grande intrattenimento, che non perde efficacia nella descrizione di un mondo – gli Stati Uniti rurali – nel quale rancore, violenza, razzismo, ignavia e ignoranza, senza più argine, rischiano di radere al suolo ogni forma di vivere sociale e comunitario”.