La prospettiva da cui si analizzano gli eventi può dargli dei significati radicalmente opposti, persino quando si tratta di valutare un freddo bilancio commerciale. È il caso di Alfa Romeo e relativo computo delle vendite nel 2017: citando i dati forniti dai sindacati Fim-Cisl, il sito specializzato Autonews sostiene che nell’anno appena concluso il Biscione abbia prodotto 150.722 auto, rispetto alle 93.117 del 2016.
Numeri quasi in linea con le speranze di Sergio Marchionne, numero uno di FCA, che a metà del 2017 aveva pronosticato per Alfa vendite intorno alle 170 mila unità. Cifra successivamente ritoccata al ribasso per una richiesta leggermente inferiore alle aspettative in USA e per via delle nuove norme cinesi, introdotte a luglio scorso: queste ultime pongono dei limiti ai costruttori desiderosi di “pompare” le vendite attraverso la rete dei concessionari, spesso obbligati all’acquisto di vetture in stock che superano l’effettiva domanda di mercato. Automobili che in Italia finiscono nel mare magnum delle Km 0.
Si parlava di prospettive, pocanzi: se il riferimento è meramente numerico, allora il 2017 di Alfa Romeo è stato un successone. La marca ha infatti prodotto il 62% di vetture in più rispetto all’anno precedente: merito delle buone performance di Giulia e Stelvio, i modelli cardine del rilancio Alfa. Se invece i dati si relazionano al piano industriale che FCA ha ufficializzato nel 2014, allora il marchio sarebbe sotto di 250 mila unità rispetto a quelle auspicate.
Perché “sarebbe”? Perché la strategia del 2014, target commerciali inclusi, era strettamente dipendente dalla ristrutturazione della gamma: all’epoca era previsto l’arrivo di 8 nuovi modelli in diversi segmenti di mercato. Tuttavia, ad oggi, hanno debuttato solo 2 nuovi prodotti – Stelvio e Giulia, appunto – mentre degli altri non c’è quasi traccia al momento. Nel 2018 non è peraltro prevista la presentazione di alcuna vettura Alfa di nuova generazione. Almeno per ora.
Un dato indirettamente confermato da Roberto Fedeli, l’ingegnere a capo dello sviluppo tecnico della marca, in una recente intervista a un magazine d’oltremanica. Ma anche in questo caso vale la regola del bicchiere “mezzo pieno” (o mezzo vuoto): gli investimenti negli ultimi modelli Alfa – che sono ai vertici delle rispettive categorie per piacere di guida e soluzioni tecniche, provare per credere – sono stati ripagati da un più che discreto apprezzamento di critica e pubblico. Segno che la percezione del brand è ancora elevata e che c’è una certa attesa per quello che sarà il futuro di Alfa Romeo.